Spesso confondiamo l’allergia con l’intolleranza perchè nessuno ci ha mai spiegato la differenza.

La Dott.ssa Elena Maria Bisi, biologa nutrizionista, ci spiega  la differenza fra intolleranza e allergia, aiutandoci a capire i sintomi dell’una e dell’altra. Buona lettura.

Per prima cosa è importante dire che il corpo è un insieme armonico di mente e fisicità: è armonico perché per sua natura è in grado di autogestirsi, adattarsi ed equilibrarsi attraverso le relazioni che instaura tra i suoi sistemi interni e l’esterno.

Il cibo è essenziale per il mantenimento di questo equilibrio perché è fonte di tutti quei nutrienti che sono il combustibile della macchina-uomo e senza questo combustibile, o con un combustibile mal fornito, il corpo non è in grado di lavorare in misura adeguata: va incontro a stress, ad affaticamenti che portano a profondi disagi, non solo corporei ma anche mentali ed emotivi. In sostanza, fornendo all’organismo un inadeguato supporto nutritivo, si spezza quell’armonia di cui abbiamo parlato.

Il cibo però, rimane un qualcosa di estraneo al corpo, nel senso che è qualcosa di esterno o, per usare termini appropriati, è un non-self ossia un non-proprio. Questo comporta che deve essere riconosciuto dall’organismo nel momento in cui vi penetra, deve essere pertanto studiato, analizzato, valutato e soppesato da opportuni sistemi del corpo. In condizioni normali questo avviene in modo fluido e dinamico, perché il corpo è un insieme di meccanismi che lavorano in maniera armonica e tendente all’equilibrio.

Una prima fase del riconoscimento è data dai sensi: vista, olfatto, tatto e anche udito contribuiscono in misura decisamente importante ad un’iniziale cernita degli alimenti. E’ l’esperienza personale, ma anche collettiva e profonda, che guida i sensi in una direzione piuttosto che in un’altra, sia perché è una forma di tutela e salvaguardia (un cibo avariato o pericoloso viene segnalato dai sensi e quindi scartato) sia perché è un appagamento edonistico che soddisfa la psiche sotto tutti i suoi aspetti.

La successiva fase di riconoscimento avviene all’interno del corpo nel momento in cui il cibo, una volta ridotto ai minimi termini, raggiunge l’intestino: se a questo livello le sostanze che compongono l’alimento saranno accettate, allora queste verranno assorbite, smistate, metabolizzate e indirizzate ai loro compartimenti perché svolgano la loro funzione ed i loro prodotti di scarto, come tali, correttamente eliminati. Se invece, a questo livello, la sostanza ingerita non è accettata (usando sempre termini molto semplici), si ha una reazione: può succedere infatti che l’organismo reagisca in modo anomalo nei confronti di alcuni alimenti riconoscendoli come pericolosi, pur non essendo tali, e dia origine ad una reazione avversa.

Vi sono due categorie di reazioni: le allergie e le intolleranze.

L’allergia è un meccanismo immediato, compare nel giro di pochi minuti, al massimo entro qualche ora al contatto con la sostanza scatenante e implica l’intervento di un particolare gruppo di immunoglobuline (le IgE) prodotte dal Sistema Immunitario. Nell’allergia basta anche una piccola dose di cibo ingerito per scatenare la reazione.

L’intolleranza è invece un fenomeno lento, compare dopo ore o giorni dall’assunzione dell’alimento e può essere definita come un’ipersensibilità a quell’alimento. Può essere vista come una specie di avvelenamento graduale e lento che provoca una progressiva risposta infiammatoria che supera a un certo livello le possibilità di controllo dando origine allo stato di intossicazione.

Dott.ssa Elena Maria Bisi (Biologa nutrizionista)

a cura di Guido De Togni

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