Celiachia: non si può prevenire – Dopo anni di ricerca, è ufficialmente dimostrato: la celiachia non si può prevenire. Gli esperti ritrattano le loro posizioni con conferme scientifiche attendibili.

Celiachia: non si può prevenire - Cucina Semplicemente - Origine foto: www.attunefoods.com

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Sembra proprio che non esista alcun metodo per prevenire la celiachia. Negli ultimi anni infatti, diversi studi, aprifila fra tutti quello dell’anno 2005 promosso dalla Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica, avevano sviluppato una teoria secondo cui, durante la gravidanza, sarebbe stato possibile osservare alcuni accorgimenti per eliminare il rischio di celiachia.
Più precisamente, secondo l’istituto, nei casi in cui la celiachia può essere trasmessa geneticamente, introdurre dosi di glutine nella dieta della madre in maniera graduale durante la gravidanza, avrebbe prevenuto il rischio di contrarre tale disturbo. L’obiettivo consisteva nell’insegnare al sistema immunitario a tollerare il glutine.

Dobbiamo ritrattare le raccomandazioni,” ha detto Gemma Castillo, coautrice dello studio Prevent CD, che ha coinvolto ben otto ospedali di nazioni diverse. La ricerca ha condotto un esperimento su 944 gravidanze, analizzando campioni di cordone ombelicale in sala parto. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: al primo, dal quarto mese di gravidanza in poi, venivano somministrate gradualmente dosi di glutine, mentre al secondo una sostanza per escludere l’effetto placebo. Al momento della verifica, è emerso che dei 944 bambini coinvolti, ognuno con almeno un caso di celiachia in famiglia, 80 bambini sono nati celiaci, senza che fosse riscontrata alcuna differenza tra chi aveva assunto glutine e chi no.

Queste le conclusioni dello studio, finanziato dalla Commissione Europea e diretto dall’Università di Leiden in Olanda. Tuttavia, un altro esperimento condotto in Italia ha fornito maggiori informazioni. In questo caso, sotto osservazione era la dieta dei primi mesi di vita del bambino. Dei partecipanti, erano celiaci il 12% dei bambini che avevano introdotto il glutine entro il sesto mese di vita, contro il 5% di quelli che hanno cominciato a consumarlo dopo l’anno. “Ritardare l’introduzione di glutine nella dieta di un bambino a rischio non esclude totalmente la celiachia, ma allevia tempi e intensità dello sviluppo di tale disturbo in un periodo di vita cruciale per lo sviluppo infantile” hanno dichiarato gli scienziati.

I risultati dello studio Prevent CD, pubblicati dalla rivista The New England Journal of Medicine, non hanno dimostrato efficacemente come prevenire la celiachia. Tuttavia, senza dubbio, le cause si possono ravvisare in variabili ambientali da approfondire: non è un caso che la celiachia sia una malattia in aumento in Europa e Nord America. La prossima ipotesi da verificare si rintraccia nelle alterazioni della flora intestinale causate da alcuni tipi di antibiotici.

 

Mirella Prandelli

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