La cottura degli alimenti è una delle pratiche più difficili in cucina.

Di seguito troverete tutte le pratiche più utilizzate per cuocere i vostri alimenti, senza sbagliare! Sbagliare la cottura è come utilizzare una materia prima scadente. Buona lettura.

La cottura degli alimenti è una fase molto importante tra quelle per la preparazione del cibo che poi arriva sulle nostre tavole.

La cottura consiste in un trattamento termico dell’alimento e questa operazione comporta delle trasformazioni chimico fisiche del cibo, diverse a seconda del metodo utilizzato per la cottura.

Gli obiettivi della cottura si possono riassumere in:

Igienico (si distruggono i micro organismi patogeni e altre sostanze tossiche contenute nell’alimento),
Sensoriale (si aumenta l’appetibilità del cibo), nutrizionale (si aumenta la capacità di assorbimento dei nutrienti contenuti negli alimenti),
Tecnologico (si rendono inattivi gli enzimi responsabili della deperibilità degli alimenti, e se ne favorisce la conservazione).

Gli effetti del calore sugli alimenti infatti sono generalmente positivi, ma in certi casi si possono verificare delle modificazioni chimico-fisiche indesiderate, come la perdita di aminoacidi e vitamine o la formazione di sostanze tossiche. Dunque, nella pianificazione delle ricette, bisogna stare molto attenti ai quattro fattori critici della cottura: l’alimento, il mezzo di cottura, la temperatura e il tempo.

Ora un elenco delle migliori pratiche di cottura:

Affogare: cottura lenta, in poso liquido, a temperatura costante e moderata (sotto i 90°);

Arrostire: cibo esposto al calore prodotto da una sorgente a temperatura elevata (fiamma o brace);

Bollire: cibo immerso in acqua (acqua e sale, acqua e zucchero, brodo, vino, latte) inizialmente fredda o già bollente;

Brasare: cottura prolungata, a fuoco lento, con coperchio. L’alimento è immerso in poso liquido concentrato (fondo, marinata o sugo) dal quale assorbe sapori e aromi. Generalmente è preceduta da una rosolatura con una qualche grasso;

Cottura a vapore: alimenti lessati con vapore fluente o sotto pressione;

Cottura in casseruola: simile alla stufatura, ma senza aggiunta di liquidi oltre a quello liberati dall’alimento stesso o dalle verdure aggiunte;

Cottura in forno: cottura in ambiente chiuso e preriscaldato. Se si usa la ventilazione è meglio inumidire l’alimento, in modo che non si secchi;

– Cottura nel microonde: cottura che sfrutta le onde elettromagnetiche per la propagazione del calore. Questa tecnica risulta però efficace solo se l’acqua è ridistribuita uniformemente all’interno dell’alimento;

Cottura sottovuoto: alimenti cotti in contenitori sigillati ai quali è stata aspirata l’aria;

Glassare: è un completamento della cottura, lasciando che i liquidi evaporino o vengano assorbiti dall’alimento. La glassa si viene a formare dallo zucchero e dall’acqua residua;

Gratinare: formazione di una crosta superficiale, esponendo l’alimento a temperature molto elevate (250/300°), a calore secco;

Grigliare: alimento cotto, per contatto o irraggiamento, con il calore diretto di una sorgente arroventata (brace o pietra); così si ottiene una doratura superficiale e formazione di di sapori e profumi caratteristici;

Friggere: cottura per immersione in grasso abbondante (olio o strutto), a temperatura elevata;

Saltare: cottura rapida in olio o altro grasso in padella scoperta o a fuoco vivo;

Sbianchire: sbollentare rapidamente un alimento in acqua o grasso, in preparazione ad un’altra fase di cottura;

Soffriggere: è una variante della frittura, a temperatura più bassa; è usata come pre-cottura;

Stufare: cottura lenta in ambiente chiuso (con pentola alta) contenente il vapore prodotto dal liquido di cottura;

Rosolare: simile alla soffrittura, ma serve per rendere impermeabile l’alimento, che pi verrà cotto a mezzo liquido.

a cura di Guido De Togni

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