Conosciamo Daniela Neglia, anima del primo blog di Alice tv Sapori di Casa e oggi in finale per il contest di Scavolini #cucinadasogno. Daniela ci parla della sua vita, dei suoi sogni, e, ovviamente, della sua cucina.

Intervista a Daniela Neglia

Fotografia di Daniela Neglia

Conoscevo Daniela Neglia come la più famosa blogger di Alice: il suo Sapori di Casa, tra i più famosi ‘web-ricettari’ italiani, vero concentrato di cultura del territorio e dichiarazione d’amore per la Puglia, è un vero oggetto di culto per gli amanti della cucina tradizionale. Durante l’intervista mi rendo conto di quanto la cuoca tarantina somigli al suo blog: Daniela è verace, simpatica. D’altro canto il video che l’ha portata alla finale del contest di Scavolini #cucinadasogno, in votazione fino all’8 novembre, conferma perfettamente queste caratteristiche: un cortometraggio creato con mezzi casalinghi proprio da Daniela, trasformata per l’occasione in una moderna Cenerentola, aiutata da un’improbabile fata e da un principe decisamente inedito. E così, con spirito vivace, la blogger mi racconta senza filtri del concorso, del blog, della televisione e dei suoi sogni. Cominciando con una dichiarazione d’amore per la sua famiglia e i per i piatti della sua regione…

DN: La cosa più bella per me è aver avuto tre figlie femmine. Abitando in Puglia, una terra ricca di tradizione, è davvero meraviglioso tramandare a loro tutto quello che mi è stato trasmesso da mia madre: ad esempio noi amiamo molto fare la pasta in casa, il pane, le friselle, le focacce, i taralli. La Puglia è famosa per questo. Poi amiamo anche preparare le conserve, dalle marmellate alle melanzane al tonno sott’olio tonno, tutte ricette che ci sono state tramandate.

CS: Effettivamente l’idea della tradizione si sente moltissimo nel tuo blog…
DN: A volte mi chiedono di fare le ricette di altri Paesi: io le faccio, ma in realtà amo la cucina tradizionale, la cucina semplice, non mi piace fare cose complicate, che sono belle da vedere ma magari poi non hanno gusto. Un piatto di orecchiette fatte in casa con cacio e ricotta (che si usano tantissimo da noi) col pomodorino fresco, è un semplice, ma se lo servi ad uno straniero si mangia anche il piatto! Dalle mie parti amiamo cibi di questo genere. E poi è importante valorizzare il kilometro zero. Io abito in provincia di Taranto e si parla tanto di Ilva, ma Taranto non è soltanto l’Ilva: noi abbiamo tante cose belle, il mare, il sole…Cerchiamo sempre il kilometro zero, ovviamente non dalla parte dell’Ilva! Abbiamo il macellaio di fiducia, il fruttivendolo di fiducia, ci sono ancora queste piccole realtà. Il mio paese conta 45mila abitanti, è un bel paesotto, però continuiamo a seguire le tradizioni: al centro commerciale vado a fare la passeggiata, però per la spesa vado nelle piccole botteghe.

CS: Tu dicevi che vuoi trasmettere alle tue figlie quello che ti ha insegnato tua madre: quali sono i primi ricordi che hai, rispetto alla sua cucina?
DN: Da piccola non vedevo l’ora che arrivasse la domenica: andavo a messa, tornavo e potevo stare vicina a mia madre che cucinava. C’era il culto della pasta, dei biscotti, delle crostate, tutto fatto in casa. Oggi, se le mie figlie mi chiedono “mamma, posso fare i biscotti?”, rispondo di sì, anche se mettono i disordine mi piace che imparino. Invece da mia madre ho imparato guardando e poi ho messo in pratica da sola: lei mi faceva solo guardare e non toccare con mano, perché una volta, da piccola, cucinando avevo rischiato di farmi male, e le era preso un colpo! Ma guardando ho imparato tanto, e, alle prime occasioni, quando ho potuto, mi sono messa ai fornelli con lei. Poi mi sono fidanzata a sedici anni e sposata a ventitré…ora ne ho quarantatré, cioè sono vent’anni che cucino per i fatti miei: davvero tanti anni!

CS: Parliamo del blog: quali sono le ragioni per cui hai deciso di crearlo?
DN: Diciamo che all’inizio l’ho aperto per gioco, poi mi sono appassionata sempre di più perché è bello trasmettere le tradizioni, condividerle e confrontarsi con gli altri. In Italia abbiamo una cultura culinaria elevatissima ed il confronto mi piace tanto, così come il fatto di divulgare le ricette della mia terra.

CS: Com’è cambiato, il blog, negli anni?
DN: In questi cinque anni è cambiato tantissimo: ad esempio, le foto che facevo all’inizio erano inguardabili! Con il tempo, ho capito che dovevo migliorare: siccome oggi l’immagine è molto importante, ho acquistato una reflex di quelle nuove e a breve farò un nuovo corso di fotografia. Credo di essere migliorata tanto, e non solo nell’estetica, ma anche nelle ricette: magari prima davo un po’ più tutto per scontato, poi ho capito che bisogna essere precisi in quello che si scrive. Poi devo dirti che il blog mi ha dato molte possibilità, soprattutto mi ha dato la possibilità di entrare a far parte del mondo di Alice, e tramite Alice ho conosciuto gli chef. Insomma, devo molto al blog: è tutto nato per gioco, ma ora le cose stanno cominciando a cambiare!

CS: Parliamo proprio di Alice: come, precisamente, sei entrata in contatto con loro?
DN: Conoscevo Gianpaolo Trombetti, autore di Casa Alice: mi aveva contattata su Facebook e mi aveva chiesto “vorresti venire a fare una ricetta pugliese?”, ed o ho colto subito la palla al balzo. All’epoca non c’erano i blog su Alice (esisteva soltanto un forum) ma mi dissero che c’era l’intenzione di aprire anche quelli e mi chiesero se fossi interessata: dissi subito di sì, senza pensarci un attimo, avevo già un blog su Giallozafferano ma volevo cambiare. Sono stata la prima a passare su Alice in quel senso, non a caso quando il blog ha compiuto un anno ho partecipato ad un programma proprio in rappresentanza di quello. Comunque ricordo ancora la prima volta che ho partecipato: ero impacciatissima, non è semplice stare davanti alle telecamere. E poi, io, Daniele Persegani lo guardavo in tv, e me lo sono ritrovata davanti! Ma poi ho capito che è una persona simpaticissima, carinissima, così come lo si vede in tv. Ricordo che quella prima volta avevo preparato una ricetta a tema natalizio: qua li chiamiamo ‘sannacchiudere’, sono come dei piccoli gnocchi rigati che si immergono nel miele; Daniele continuava ad andare a mangiarli, uno tirava l’altro, erano buonissimi! Ora, se mi rivedo, mi vergogno: non sorridevo, ero concentrata, mi dicevano continuamente di sorridere, però non ci riuscivo! Poi ci sono stata tante altre volte e devo dire che è veramente come stare in famiglia, ti accolgono davvero come una di loro, ti mettono a tuo agio. Inoltre è sempre bello far conoscere piatti che fanno parte della tua regione e della tua tradizione.

CS: Casa Alice è sicuramente una delle realtà più importanti nel mondo televisivo, se si parla di cucina. Cos’è, nell’enorme panorama della cucina in televisione, che la rende diversa dagli altri?
DN: Prima di tutto è un canale prettamente di cucina: trovi dallo chef che fa soltanto piatti di pesce a Sergio Maria Teutonico, che fa Colto e Mangiato, a Luca Montersino, un grande della pasticceria. Ce n’è per tutti i gusti e le ricette sono tutte replicabili. Inoltre c’è la simpatia degli chef e la loro grande professionalità: secondo me si distingue per quello. Poi c’è la rivista, di grande successo, Alice Cucina: io la compro ogni mese, è diventata una collezione, non so più dove mettere i numeri ma non posso farne a meno, e anche se dico “non la devo prendere più”, perché non c’è più spazio, continuo a prenderla! E poi, comunque, io ho conosciuto, tramite Alice, Luca Montersino: con lui ho organizzato il primo raduno nazionale qui in Puglia, è venuta gente da tutta l’Italia, isole comprese, addirittura dalla Liguria, ci sono persone che hanno fatto dei viaggi davvero assurdi per raggiungere il mio paese. É stato un bellissimo raduno, ognuno ha portato la propria creazione, e, quindi, c’erano queste grandi tavolate dove si trovavano preparazioni di ogni genere. Con Montersino ho organizzato anche due corsi di pasticceria, uno salato e uno dolce. Poi ho ospitato Sara Papa, Antonino Esposito, Imma Gargiulo, che è la prima ad essere venuta in Puglia, ci ha tenuti a battesimo. Alice mi ha dato tutte queste possibilità e non è da poco, credimi, e poi posso parlare direttamente con gli chef, si crea un rapporto di fiducia.

CS: Tu sei tra i finalisti del contest Scavolini #cucinadasongno: ti aspettavi questo risultato?
DN: Prima di tutto: votatemi! Ti dico questo: io ho una figlia di sedici anni, una di quattordici e una di undici, e quando hanno visto il video mi hanno detto “non sei più nostra madre!”. Ma io mi sono divertita da morire: gli altri due che partecipano al video, Barbara e Massimo, li ho conosciuti perché siamo arrivati in finale al concorso Beretta ed è nata una bella amicizia, quindi ci siamo cimentati in questa cosa. Il regolamento diceva di fare un video divertente e ho detto: “ok, o mi eliminano o ridono e mi fanno entrare in finale!”. E così è stato: il video evidentemente è piaciuto perché comunque fa sorridere. Comunque, sinceramente non me l’aspettavo, poteva piacere e poteva non piacere, è stata una bella sorpresa: grazie a questo sono stata a Pesaro con gli altri finalisti, siamo stati ospiti di Scavolini ed è stata veramente un’esperienza meravigliosa, vedere che ci sono bellissime aziende che trattano gli operai come fossero persone di famiglia, con la crisi che c’è, è davvero importante. E poi è un’azienda storica ma gestita da persone alla mano: abbiamo visitato l’azienda, ci hanno spiegato le altre prove, che ora sono in votazione e…incrociamo le dita! Il premio finale è una cucina Scavolini: dopo vent’anni di matrimonio non mi dispiacerebbe, sinceramente! Ma per me è importate soprattutto per tutto quello che potrebbe nascere da una vincita del genere: loro parlavano di dare molta visibilità a chi avrà la fortuna di vincere questo premio, mi interessa molto perché, non ti nascondo, a me piace stare davanti alle telecamere, a contatto della gente, organizzare…io adoro tutto quello che è organizzare, anche a livello familiare, di amicizie: se si tratta di organizzare un viaggio, ad esempio, sono io quella che fa tutto. Chissà, speriamo possa nascere qualcosa di grande, di bello!

CS: Parafrasando il titolo del concorso, quali sono i tuoi sogni in cucina?
DN: Ne ho tanti! Ad esempio, io faccio anche corsi di cucina in collaborazione con la mia amica Anna Maria di Gregorio, che ha un ristorante qui a Massafra: proprio la settimana scorsa abbiamo tenuto il corso di Halloween per i bambini. Il mio sogno sarebbe fare qualcosa per i bambini diversamente abili, lavorare in qualche struttura che dia la possibilità a questi ragazzi di fare cose del genere: i bambini che mettono le mani in pasta si divertono tantissimo, e purtroppo dove vivo non c’è molta possibilità per questi ragazzi di fare cose del genere. Mi piacerebbe molto. E poi mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa a livello televisivo, magari proprio su Alice: tempo fa mi è stato proposto di fare qualcosa che è rimasto in cantiere, e spero sempre che si possa realizzare. Non posso dire nulla perché, per ora, è ancora vago, ma sarebbe un sogno che si realizza!

 

Anna Giunchi

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