Food Pornography: intervista a Giorgio Gramegna – Lo chef Giorgio Gramegna ci ha aperto le porte della cucina del suo ristorante: Food Pornography.

Food Pornography: intervista a Giorgio Gramegna - Cucina Semplicemente

Food Pornography: intervista a Giorgio Gramegna – Cucina Semplicemente – Origine foto: www.foodpornography.it

Avete presente la scena di Matrix, in cui il merovingio fa portare un dessert ad una bella ragazza, che dopo la prima forchettata non riesce a trattenere il piacere e scappa alla toilette? Se pensavate di aver provato tutte le food tendencies in circolazione, vi sbagliate: arriva FOOD Pornography, di Giorgio Gramegna.

Quando l’atto del mangiare significa concentrarsi sull’esperienza che ne deriva, le sensazioni, gli stimoli, le reazioni emotive e la descrizione esplicita di quanto vissuto. Una filosofia autentica, che valorizza le emozioni dell’individuo: vedere un piatto, congetturare sull’aspettativa che cresce dentro di noi, desiderare di assaggiarlo e, una volta gustato, verificarne la corrispondenza.

Un approccio estremo, come i sapori e gli ingredienti della cucina di Giorgio, che apre le porte del suo loft per chiunque voglia sperimentare piatti nuovi. Noi di Cucina Semplicemente l’abbiamo incontrato e vi raccontiamo FP Mansion.

CS- “Fai quello che ami e fallo spesso”. Questa è una frase che appare in una stampa di casa tua. Puoi dire di applicarla alla tua vita?
GG– Direi proprio di sì. La applico alla mia vita tutti i giorni ormai. Fino all’anno scorso lavoravo per un’azienda, ma un giorno mi sono chiesto, se fosse l’ultimo giorno della mia vita, farei questo? Così ho deciso di dedicarmi alla mia passione, la cucina.

Svezzato durante la seconda edizione di Masterchef, oggi Giorgio apre le porte di casa sua, spadellando per gli ospiti nella stessa cucina in cui prende il caffè al mattino.

Food Pornography: intervista a Giorgio Gramegna - Cucina Semplicemente

Food Pornography: intervista a Giorgio Gramegna – Cucina Semplicemente – Origine foto: www.foodpornography.it

CS-Come nasce il progetto FP Mansion?
GG– Prima abitavo in una casa molto piccola: un peccato per chi ama organizzare cene per gli amici. Cucinavo per me stesso alla sera tardi, dopo il lavoro, prendendomi il tempo per rilassarmi e mangiare come si deve. Dopo Masterchef, ho iniziato come chef a domicilio e infine ho creato FP Mansion. Possono venire privati o aziende, con le quali spesso organizzo presentazioni di prodotto. Oppure iniziative più culturali: tra pochi giorni ci sarà una cena con un’artista famosa, sarà possibile conoscerla e acquistare le sue opere d’arte. Inoltre, spesso, mi contattano per organizzare, eventi, feste di compleanno o occasioni particolari.

CS- I tuoi piatti vengono descritti con aggettivi come “erotici, voluttuosi”. Si potrebbe dire che hai scoperto il lato epicureo del cibo, inteso come piacere, come atto feticista. Come lo spieghi?
GG– Assaggiare un piatto per la prima volta è un po’ come il primo bacio: prima c’è un’aspettativa, poi si tramuta in desiderio e infine, quando avviene il bacio, si avvertono sensazioni immediate ed incontrollabili che variano da persona a persona. Bene, immagina di fare quest’esperienza con persone che conosci o sconosciuti: mangiare lo stesso piatto, dare sfogo alle proprie emozioni e riceverle in cambio. Questo permette di conoscere meglio se stessi e di viaggiare con i sapori, altrimenti spesso inavvertiti, perché ci alimentiamo di fretta, magari davanti ad un pc.

CS- FP Mansion è anche networking. Permette di stringere nuove relazioni e svela il lato inedito di Milano. Ci puoi dire qualcosa in più?
GG– Quando sei da me, appena arrivi non conosci nessuno. Quando vai via però conosci tutti! La socialità è un altro dei punti fondamentali di questo progetto. Durante la cena, ma anche nel corso dei momenti preliminari, come l’impiattamento, o lo stuzzichino in cucina, i commensali si conoscono tra loro. Spesso capita di stringere nuove amicizie, ma ho visto anche crescere rapporti professionali, gente che ha cambiato lavoro dopo una cena. Trovo sia un’ottima occasione, dato che a Milano spesso, è difficile incontrare le persone giuste.

 

Mirella Prandelli

 

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