Hanno spesso nomi curiosi e simpatici…GASpita, GASbeato, GASolona, GASabile, GAStronauti, sono costituiti da gruppi di persone e famiglie che prestano tempo e spazio, in modo volontario, ad una causa comune, ovvero quella della sostenibilità ambientale, della solidarietà, della salute, della qualità del cibo e del risparmio, sono i GAS: Gruppi di Acquisto Solidale.

GAS: Gruppi di Acquisto Solidale

Chi sono esattamente, cosa comprano e con chi sono solidali questi gruppi?

Nascono per volontà di singoli cittadini, che decidono di costituire insieme un’associazione senza scopo di lucro, con l’obiettivo di acquistare beni, sia di carattere alimentare che per l’igiene e la cura della persona e della casa, ma anche oggettistica artigianale proveniente dal mercato equosolidale o da realtà sociali come cooperative, comunità di recupero, carceri e così via, a prezzi equi anche per il consumatore. In pratica si acquista, quasi sempre, direttamente dal produttore. In questo modo si evitano gli svariati passaggi che rincarano il prezzo finale, e si rendono così accessibili a tutti, molte tipologie merceologiche che purtroppo sono ancora alla portata di pochi nei circuiti della grande distribuzione, come i prodotti biologici.

Ma aderire a un GAS non vuol dire solo risparmiare e avere accesso a prezzi calmierati. È molto di più: si fa parte di un gruppo che porta avanti idee nobili e sostenibili, non solo per il proprio portafoglio. Anzi, molto spesso, dietro al fine di risparmiare, i GAS innescano un circuito virtuoso di sensibilizzazione a moltissime tematiche, da quelle ambientali a quelle sociali. Importantissima è la valorizzazione di quei produttori di nicchia, che in questo modo riescono a far parte del mercato, senza investire ingenti somme in pubblicità e strategie di marketing, voci che gravano pesantemente sull’economia della piccola azienda, che fa fatica a farsi strada lottando tra le molteplici offerte dei Giganti. Dunque il gruppo di acquisto è solidale proprio perché favorisce piccole realtà e rende così più facile al produttore avere una buona base di acquirenti sicuri. Sono molte infatti le famiglie di produttori che devono quasi unicamente agli acquisti settimanali o mensili dei GAS la propria sussistenza e quindi la possibilità di far fronte alla non facile realtà aziendale, con margini di piccola, o grande sicurezza.

Il bello del GAS poi, è che ci si mette in gioco, con la propria disponibilità e voglia di fare. Perché far parte di un GAS non vuol dire andare a fare la spesa in un negozio, e trovare i vari articoli da scegliere su scaffali ben ordinati, ma vuol dire prestare il proprio tempo in turni, rendersi disponibili a contattare i produttori, raccogliere e inviare gli ordini, attendere la merce e darsi appuntamento per la distribuzione dei prodotti stessi. A volte si trova una sede comoda, ma spesso vuol dire offrire casa propria: uno spazio agevole come un garage o una cantina, per accogliere, smistare i prodotti e attendere il via vai dei soci.

Questa modalità potrebbe voler dire per qualcuno un immenso sacrificio, qualcosa di improponibile. Ma in realtà è un nuovo approccio alla spesa, fatto di tempi diversi da quelli del supermercato, dove tutto è veloce ed efficientissimo. Sarà necessario essere disposti ad attendere il produttore, a fare ordini immaginando il fabbisogno mensile, se questa è la cadenza degli arrivi, e a volte bisognerà rincorrere i soci che tardano a mandare l’ordine, o che non ricordano più che quel giorno c’era la distribuzione dei prodotti. Ma per superare questa carrellata di eventi che possono sembrare soltanto dei disagi, bisogna provare, e allora si scopre un mondo fatto di generosità e di sorrisi che non avresti mai immaginato all’inizio dell’avventura.

Km zero, ecologia e sostenibilità

Acquistare attraverso il GAS vuol dire incontrare la gente, e mentre si attende il produttore che magari tarda un pochino, l’occasione è perfetta per scambiare quattro chiacchiere su idee, ricette, consigli, e si riscopre il piacere della calma, del saper condividere e del saper attendere per poi rallegrarsi perché ne valeva proprio la pena faticare un pochino e cambiare alcuni ritmi, perché quelle mandorle siciliane sono davvero speciali, così come l’olio freschissimo e profumato e il buon pane, magari impastato con farine biologiche macinate a pietra e lievito madre naturale. Si torna a casa con quel bel sacchetto di verdure, a km zero, di stagione, con il gusto, il vero gusto di un prodotto genuino. Ebbene sì, sono soddisfazioni.

Capita poi che al GAS si rivolgano piccoli produttori, che raccontano delle loro imprese e dei loro obiettivi, chiedono fiducia e una mano per poter crescere e diventare più solidi. Ecco allora che far parte di un GAS acquista un valore etico immenso, perché si dà spazio ai piccoli e si crede ancora nelle produzioni di nicchia, che poi rappresentano la salvaguardia della biodiversità, in un’ottica di tutela ambientale e di sostenibilità. Attraverso il cibo possiamo muovere un grande motore fatto di volontà e di persone, non ci resta dunque che metterci alla ricerca di un GAS vicino, ce ne sono molti ormai in ogni città, oppure fondarne uno da zero, basta trovare qualche amico disposto ad iniziare questa bella realtà e allora la spesa sarà ogni volta una ventata di novità.

 

Alessandra Lucentini

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