Gastronomia Falcone – Oggi vi presentiamo la Gastronomia Falcone che al Mercato del Duomo presenta solo il meglio del Made in Italy.

Gastronomia Falcone

Antipasti di mare o in salsa; sughi e salse sfiziose di tutti i colori; primi piatti fumanti, cannelloni, lasagne, crespelle; freschi secondi di pesce e contorni di tutti i tipi. Un sogno culinario? No, il banco della Gastronomia Falcone, al Mercato del Duomo di Milano: una gastronomia d’autore.

Un mercato allestito in uno degli edifici più storici di Milano, che vuole offrire visibilità alle eccellenze gastronomiche italiane. A partecipare sono state selezionate le realtà artigiane più pregiate della Penisola, che coniugano artigianalità e qualità delle materie prime. Tra queste, l’Università di Pollenzo ha scelto la Gastronomia Falcone.

CS-La location del mercato racconta le radici dell’identità italiana. Che rapporto ha la Gastronomia Falcone con la storicità?
GF- Abbiamo voluto far parte di questo progetto perché dà voce all’artigianalità, il nostro mestiere. Il Mercato del Duomo offre al produttore la possibilità di far degustare il proprio prodotto in un contesto di grande risonanza, in una location importante per questo tipo di iniziativa.

CS-Siete stati selezionati come protagonisti di questo viaggio nel made in Italy tra passato e futuro della gastronomia. Quali sono i segreti per una qualità e un successo che durano da decenni?
GF- Non ci sono segreti. Basta scegliere materie prime genuine e sane ed impiegarle nella realizzazione di ricette che ci sono state tramandate dalla tradizione che valorizzano la materia prima. Riteniamo importante coltivare il rapporto con chi ci fornisce le materie prime di qualità, che spesso sono presidi Slow Food (vedi la gallina bianca di Saluzzo, il peperone di Carmagnola che utilizziamo nella nostra giardiniera, il coniglio bianco di Carmagnola e così via). Inoltre siamo artigiani in cucina da sempre e lo facciamo con grande passione.

CS- Ai vostri clienti offrite una vasta gamma di prodotti, dagli antipasti, ai secondi di pesce, passando per verdure e contorni di ogni genere. Qual è la vostra specialità e quali sono i prodotti più richiesti?
GF- Per quanto riguarda il vasettame, confezioniamo prodotti che vengono conservati come una volta, con i barattoli bolliti in acqua (alcuni prodotti vengono preparati col metodo della vasocottura), come si faceva con le conserve della nonna. I nostri prodotti più richiesti sono la giardiniera e il pesto, fatto solo con olio extravergine, pinoli italiani tra i più pregiati e basilico DOP.

CS- Siete originari di Cuneo… Quanto c’è delle vostre zone nei vostri prodotti?
GF- Abbiamo un occhio molto attento alla tradizione piemontese, che è sempre stata a livelli di eccellenza: nei nostri brasati, infatti, utilizziamo carne di fassona e Barolo di origine protetta però cerchiamo di andare incontro anche ai gusti dei nostri clienti. Tutti gli italiani hanno un buon palato, noi tentiamo di deliziarli specialmente con i prodotti della nostra tradizione e proponendo ricette della cucina italiana.

CS- Che tipo di clientela avete? Dove si trovano i vostri prodotti e come si acquistano?
GF- Per la nostra clientela cerchiamo di offrire il meglio non solo per soddisfarne il palato ma per estasiarne anche la mente. Il raggio di azione dell’azienda è sicuramente il Piemonte, la Lombardia, la Liguria e la Francia del sud, in particolar modo nella zona di Monaco dove abbiamo diversi clienti. Oltre ai prodotti, siamo molto richiesti per banchetti e buffet, per quegli eventi speciali in cui il cibo di qualità fa la differenza.

CS- Avete qualche progetto futuro per l’azienda?
GF- Vedremo insieme all’Università del Gusto l’esito di questa start up, visto che ci lega un grande spirito di collaborazione. Con i miei figli, visto che siamo una realtà a conduzione familiare, abbiamo già parlato di un punto vendita a Milano, magari un franchising! Ci stiamo pensando e visto che ormai ho qualche anno, sto seguendo la lungimiranza dei giovani, dei miei figli. Insisto solo sul fatto che bisogna lavorare sempre uniti, come mi hanno insegnato i miei genitori.

 

Mirella Prandelli

 

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