Tutta la dolcezza del Garda…

Un vino versatile e adatto all’invecchiamento che si fa, nei suoi molteplici stili, espressione di un vitigno tipico, la Turbiana, e dello splendido territorio sulle sponde del Lago di Garda dove nasce e cresce.

Siamo sulle rive del Lago di Garda, tra la provincia di Brescia, dove si estende la superficie più ampia della denominazione, e quella di Verona.

Il Lugana e i profumi del Garda

Foto di Consorzio Lugana

La tradizione vitivinicola di questa zona risale all’antichità, ne si trovano testimonianze sin dall’epoca romana, quando in diversi scritti si fa menzione del vino retico della zona del basso Garda; Svetonio lo descrisse come il vino preferito dell’imperatore Augusto «Et maxime delectatus est Raetico, neque temere interdiu bibit» e molti noti poeti, da Marziale a Catullo, ne fecero menzione nelle loro opere.

Lugana DOC, Superiore e Spumante

La denominazione Lugana, così come la conosciamo adesso, è stata una delle prime riconosciute in Italia, infatti il disciplinare di produzione che ne definisce e regolamenta le caratteristiche risale al 1967. Con successive modifiche, nel 1975 e nel 1998, si affiancano al Lugana Doc, il Lugana Superiore e il Lugana Spumante. Anche il Consorzio, che associa ora la maggior parte delle aziende produttrici e che svolge funzione di tutela e valorizzazione, è stato uno dei primi a nascere, nel 1990.

Questo vino bianco lacustre viene prodotto con uve di Trebbiano di Lugana o Turbiana, vitigno tipico di questo territorio che si differenza notevolmente dalle innumerevoli varietà di Trebbiano diffuse in Italia.

I vigneti si estendono per la maggior parte in pianura su suoli di matrice argillosa di origine sia morenica che sedimentaria, argille prevalentemente calcaree e ricche di sali minerali che si fanno più sabbiose nelle zone collinari della Doc. Grazie a questo terroir – al quale si aggiunge naturalmente un micro clima particolare determinato dalla presenza del Lago di Garda – il Lugana si fa pieno e ricco, accresce il proprio corpo, arricchendosi di acidità e sapidità oltre che di un corredo aromatico vigoroso con note di agrumi e mandorle.

L’attuale disciplinare di produzione prevede ben cinque diverse tipologie di Lugana ciascuna delle quali valorizza a proprio modo l’uva turbiana e il territorio stesso.

Il volume maggiore di produzione è rappresentato dal Lugana “base” che rappresenta quasi il 90% della produzione, mentre il restante si suddivide tra Lugana Superiore, Lugana Riserva, Lugana Spumante e Lugana Vendemmia Tardiva.

Il Lugana Doc è un vino dal colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli e profumi delicati. Fresco, sapido e con un tipico finale mandorlato è perfetto per un aperitivo oppure in abbinamento con il pesce o a piatti leggeri e non troppo “cucinati”. È la tipologia più prodotta e venduta, anche all’estero, soprattutto in Germania.

Il Lugana Superiore invece, che si distingue per l’invecchiamento di almeno un anno dalla vendemmia, è un vino più complesso e strutturato che si addice molto ad accompagnare piatti più importanti ed elaborati. Il colore è più dorato, il profumo regala note di agrume, erbe oltre che sentori di nocciola e spezie dati da eventuali affinamento in legno. In bocca è tostato e sapido.

Il Lugana e i profumi del Garda

Foto di Consorzio Lugana

Riserva e Vendemmia Tardiva

Queste caratteristiche sono amplificate nel Lugana Riserva che deve affinarsi per almeno 24 mesi (di cui 6 in bottiglia) dalla vendemmia. Un vino minerale e avvolgente che si esprime in molteplici nasi e palati dettati dagli stili delle diverse aziende produttrici che si sbizzarriscono nella vinificazione con passaggi in legno e acciaio ed affinamenti a contatto con i propri lieviti. Con questa tipologia si esprime bene la longevità di questo vitigno molto adatto all’invecchiamento e che può tranquillamente riposare in cantina anche per una decina d’anni.

Il Lugana Vendemmia Tardiva, come dice il nome stesso, è un vino realizzato con uve fatte surmaturare in pianta e vendemmiate tardi, tra ottobre e novembre. Gli zuccheri in questo modo si concentrano per ottenere un vino dolce ma non troppo zucchero, una caratteristica che comunque viene ben bilanciata dall’acidità. La produzione di questa tipologia è molto limitata.

E per finire, – anche se per gusti personali ovviamente l’avrei messo in prima posizione essendo io amante delle bolle – lo spumante di Turbiana che può essere realizzato sia con metodo Charmat (che prevede solo la fermentazione in vasca e in tempi abbastanza brevi), sia con il metodo classico quindi con la rifermentazione in bottiglia (come il Franciacorta). Nel primo caso si ottengono vini molto fruttati, freschi e di facile consumo, nel secondo invece si possono bere spumanti caratterizzati dai sentori tipici del metodo classico, quindi note di crosta di pane e lieviti. I primi ideali per un aperitivo o per accompagnare del pesce crudo, i secondi invece si possono prestare ad abbinamenti a tutto pasto, anche con portate più sostanziose e importanti.

Spero che la lezioncina non sia stata troppo tediosa, la prossima settimana seguirà un approfondimento sulla stessa denominazione per parlare e degustare, anche solo virtualmente, alcuni Lugana.

 

Arianna Vianelli
Terra Uomo Cielo
Una franciacortina in cucina

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