Quando si pensa all’Italia, una delle prime fotografie che affiora alla mente è una tavola imbandita. Di quelle con la tovaglia a quadratini bianchi e rossi, con i piatti di portata stracolmi di colori, il pane tagliato a fette e la bottiglia di olio extravergine d’oliva.

Poca frutta e verdura sulle tavole tricolore

Ci teniamo al cibo qui. Spendiamo parecchio, rispetto alla spesa settimanale media globale. Amiamo la qualità e la pretendiamo, nei limiti dei prezzi accessibili.

Il nostro tipo di alimentazione è conosciuto in tutto il mondo. Spesso al telegiornale, online o sulla carta stampata, si ricordano le caratteristiche benefiche della dieta mediterranea.

A questo nostro ben strano Paese si possono imputare diverse mancanze, ma per quanto riguarda il cibo, l’Italia si merita proprio un riconoscimento: in effetti, dopo la richiesta presentata nell’anno 2008, poco più tardi, nel 2010, la dieta mediterranea viene inserita dall’UNESCO nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità.

La dieta mediterranea si illustrata mediante una struttura grafica piramidale: alla base, si collocano i generi essenziali per il nostro sistema, mentre salendo verso il vertice, troviamo via via gli alimenti che andrebbero evitati, o comunque consumati con larga parsimonia. I motori del nostro funzionamento sarebbero dunque i carboidrati insieme a frutta e verdura, salendo troviamo poi latticini, pesce e vino.

Ma nella realtà è davvero così?

Uno studio recente sottolinea una grave mancanza da parte dei buongustai tricolore: solo il 15% degli italiani consuma regolarmente frutta e verdura. Dall’indagine, effettuata nel 2013 da GFK Eurisko, un istituto di ricerche sui comportamenti dei consumatori, emerge inoltre che poco più del 10% degli italiani sa qual è il consumo raccomandato, mentre 7 connazionali su 10 non ne sono a conoscenza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una corretta alimentazione presupporrebbe il consumo di 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno. Degli 800 italiani intervistati infine, ben 7 su 10 non ritengono di dover modificare le proprie abitudini aumentando la quantità di ortaggi. Ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di consapevolezza nei confronti di un sistema nutrizionale non equilibrato.

Anche il pesce sembra essere messo da parte: sulle tavole del Belpaese compare solo una volta alla settimana, contro le 3-4 volte della carne. Pure i latticini hanno un ruolo protagonista, con 3,2 pasti in sette giorni.

Secondo gli esperti dunque, la dieta degli italiani appare sbilanciata, con una forte carenza di vitamine e minerali. Bassi livelli di vitamine e minerali possono aumentare il rischio di alcune malattie, come diabete, ipertensione, obesità e cancro. Per questa ragione, oggi molti cittadini ricorrono ad integratori alimentari per porre rimedio alle carenze nutritive. Sarebbe auspicabile godere dei prodotti della natura, così da soddisfare i nostri bisogni giornalieri di vitamine attraverso frutta e verdura. Perché ricorrere a delle pillole, quando la terra ci offre colori e profumi veri ed intensi? Dedichiamo più attenzione alla nostra dieta allora, magari approfittando degli spuntini e della merenda per della frutta saporita e conservando le gustose verdure per i pasti principali.

Mirella Prandelli

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