Lombardia sempre più interessante e varia

Diciamolo, per me il Vinitaly di quest’anno è stato all’acqua di rosa rispetto a quanto ero abituata negli anni passati. Nonostante questa affermazione l’impegno è stato costante e per tutti i giorni della fiera, presso lo stand dell’azienda Camossi, in Franciacorta, abbiamo accolto la miriade di persone che hanno, come al solito, invaso l’area dedicata alle bolle bresciane.

Sopravvissuta al Vinitaly: scoperte e conferme in Lombardia

La cinquantesima edizione

La considerazione che hanno fatto in molti, dopo questa cinquantesima edizione, contraddistinta da prezzi altissimi per i biglietti e diversi altri cambiamenti logistici ad opera dell’ente fieristico, è che effettivamente il lavoro per gli espositori si è svolto più seriamente e con ritmi più costanti, le scene di “beoni” – alle quali negli ultimi anni si doveva assistere – sono diminuite e il pubblico presente era davvero più selezionato.

Devo confessare che proprio per accogliere al meglio i visitatori ho dovuto rinunciare alla mia giornata dedicata agli altri padiglioni e che del mio tour itinerante per il quartiere fieristico ho fatto ben poco. Ovvio, sono riuscita a fare qualche breve fuga. Chi non lo fa?

Nei brevi momenti di tregua, proprio perché avevo davvero pochi minuti a disposizione, ho assaggiato qualche vino dei colleghi franciacortini a partire dalle new entry. La nostra dirimpettaia era l’Azienda Santo Stefano di Rovato che produce tre diverse tipologie di Franciacorta – in etichetta il nome è Barbalonga – Brut, Satèn e Millesimato. Piacevole su tutti quest’ultimo. Da qui, restando nel bresciano, una toccata e fuga da Lazzari, azienda giovane e dinamica di Capriano del Colle, un saluto da Pasini San Giovanni dove, anziché assaggiare i Lugana, ho degustato un paio di Valténesi, piacevoli vini e stupenda zona sulle sponde del Lago di Garda ai/alla quale dedicherò “qualche riga” prossimamente.

Interessante e sicuramente “easy to drink” in senso assolutamente positivo il Garda Colli Mantovani Bianco Terre di Olfino della Cantina Gozzi, il profumo delicato e il gusto asciutto lo rendono affabile e abile a molti piatti estivi.

Una breve visita in Oltrepò per assaggiare un paio di bolle “altre” da Picchioni e su segnalazione anche da Bertè e Cordini. Vini ben fatti, espressione del territorio e cura dei particolari. Ultima tappa in Lombardia ovviamente la Valtellina. Confermate alla grande le aziende Dirupi e Ar.pe.pe alle quali però aggiungo di sicuro Plozza (che tra l’altro ha un’azienda anche in Franciacorta), Rainoldi e Rivetti e Lauro. Ottimi i Valtellina Sassella.

Arianna Vianelli
Terra Uomo Cielo
Una franciacortina in cucina

Fotografia di Arianna Vianelli

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