Brooklyn e i suoi Coffee Shops – Un viaggio attraverso alcuni dei luoghi più caratterisitici della ristorazione di New York: alla scoperta di Brooklyn.

Brooklyn e i suoi Coffee Shops - Cucina Semplicemente - Fotografia di Mirella Prandelli

Brooklyn e i suoi Coffee Shops – Cucina Semplicemente – Fotografia di Mirella Prandelli

Quando si pensa agli Stati Uniti e al cibo, specialmente nel caso di New York, immediatamente si associa la città alle multinazionali del settore food più diffuse al mondo. E in effetti è vero, tra le altre cose, New York è anche la capitale delle catene commerciali del food & beverage. Ma è davvero così?

Dal pollo fritto al vegano, dal sushi alle insalate, dal messicano al cinese, a New Yok ci sono fast food ovunque e per tutti i gusti. Eppure il Nord America ha una cultura culinaria eccellente, checchè se ne dica. Il barbecue ad esempio: al confronto le nostre grigliate sono giochetti. E che dire dei cocktail? Qui sono deliziosi, mai bevuto niente del genere in Italia. E soprattutto, parlando di New York, mai sentito parlare degli Independent Coffee Shops?

I veri newyorkesi non vanno troppo spesso da Starbucks, per diverse ragioni. Innanzitutto, il caffè costa troppo, rispetto a quello venduto dai Deli. In seguito, si tratta comunque di posti impersonali, pieni di turisti, sempre uguali. Anche qui a New York gli abitanti sono molto sensibili per quanto riguarda le attività locali. Ci sono supermercati che vendono prodotti del posto come Trader Joe’s e mercati interamente dedicati all’esposizione della produzione locale, come il Green Flea Market, a Union Square, stabilitosi ormai da anni.

Parlando di caffè, i Brooklyn Coffee Shops sono davvero cool. Si tratta di veri e propri centri culturali, dove prendere un caffè diviene una scelta etica, civica e sociologica. Il tempo speso per consumare black coffee bollente diventa la cornice per scrivere, inventare, pensare, lavorare. Caratteristica imprescindibile, naturalmente sono tutti dotati di Wi-fi.

Ai tempi dell’Illuminismo, intorno al XVIII secolo, in tutta Europa, soprattutto in Italia, i caffè erano centri culturali in cui artisti, scrittori e filosofi si riunivano per scambiarsi idee, pensieri e significati. Di questa usanza porta addirittura il nome una nota rivista: “Il Caffè“, fondata da Pietro Verri. Raccoglieva i più interessanti dibattiti economici, sociali e culturali nell’Italia di fine Settecento e riscosse molto successo, soprattutto perché costituiva un veicolo informativo alternativo e indipendente nell’epoca del dominio austriaco.

Brooklyn e i suoi Coffee Shops - Cucina Semplicemente - Fotografia di Mirella Prandelli

Brooklyn e i suoi Coffee Shops – Cucina Semplicemente – Fotografia di Mirella Prandelli

Bisogna ammetterlo: bere il caffè in Italia è un vero e proprio rituale. Tipo di correzione e di guarnizione ne fanno una scelta davvero comunicatrice, nel senso che riflette il carattere e la personalità del consumatore che la ordina. Liscio per i più decisi, macchiato caldo per i principianti, corretto per i veri duri, di orzo per chi non riesce a dormire, marocchino per chiunque abbia bisogno di una coccola. Eppure, al di là del sapore, i caffè hanno smesso da un pezzo di essere luogo di rivoluzioni.

Oggi lo prendiamo al banco, di fretta, o a fine pasto, prima di scappare. Da quanto non ci si siede in un bar per un buon caffè, per un po’ di tempo, per dialogare con il proprio vicino o leggere un libro, scrivere, studiare o addirittura lavorare? Forse non è mai nemmeno successo.

E a Brooklyn, gli Independent Coffee Shops sono ancora più di nicchia, rispetto a quelli di Manhattan. A Brooklyn Heights, ho frequentato il “Tazza” e il “Vineapple“. Entrambi molto curiosi: non solo novità creative, ma perché no, incontri interessanti, persone diverse dal solito, interi pomeriggi trascorsi in compagnia di perfetti sconosciuti, così lontani e vicini allo stesso tempo. Sentirsi autonomi, indipendenti, soli, ma nel contempo, percepire il calore di una comunità a cui sta a cuore il valore della condivisione. E se francamente sull’espresso persistono inspiegabili lacune, i Coffee Shops si rifanno assolutamente con i dolci: muffin, donuts, cupcakes, torte, pan dolci. Sapori affettuosi per momenti affezionati, in cui il tepore degli estranei diventa complicità e avanguardia.

 

Mirella Prandelli

 

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