Identikit

Nome.

Caffè.

Aspetto.

Un piccolo, preziosissimo chicco.

In natura.

Semi di piante, famiglia delle Rubinacee.

Genere.

Coffea.

Numero di specie.

Circa 80.

Principio attivo.

Un alcaloide stimolante detto Caffeina.

Le superstar del genere Coffea.

Coffea Arabica e Canephora, meglio nota come Robusta. Sicuramente molti di voi le avranno sentite nominare 

Segni particolari.

Il colore varia a seconda della specie: si va dal chicco tondeggiante e giallo/marrone della Robusta a quello verde ed ovale dell’Arabica (da cui la definizione “oro verde”). Varia anche il contenuto: la caffeina della Robusta, la più forte, è fra l’1,7% e il 4%, quella dell’Arabica e compresa tra lo 0,8% e l’1,4%.

Il caffè dalla A alla Z

Una bevanda leggendaria

Etiopia, anno 850. Notte. In un convento immerso nel nulla i monaci sono disturbati da alcuni rumori. Sono belati: le capre non dormono. L’insonnia deve essere fermata, pena la perdita della serenità monacale, e gli umili religiosi indagano. Osservando gli ovini molesti i religiosi scoprono che gli animali hanno preso a mangiare bacche sconosciute. Di color rosso scuro, all’assaggio, non suscitano negli uomini l’entusiasmo dei loro coinquilini animali: sono amari, e vengono gettati nel fuoco. Ed ecco che un aroma delizioso si diffonde nell’aria. Tostate, le bacche misteriose procurano non solo profumo, ma, opportunamente lavorate, anche una deliziosa bevanda. Che per di più li aiuta a restare svegli durante le veglie di preghiera. È nato il caffè. O, almeno, questo vuole la leggenda. Ma mille altre sono le leggende che ruotano attorno al caffè. Non è un caso: storia o mito che sia, la bevanda ha origini antichissime. E di successo. Considerato un vero elisir, in certi periodi ad esclusivo appannaggio di sovrani e nobili, secoli dopo la presunta scoperta favorirà la nascita della conversazione elegante: sorseggiare un caffè durante una discussione salottiera diverrà uno dei marchi distintivi dell’Europa “bene”, come diremmo oggi. E, come ogni moda, finirà con lo stregare tutti, dal mercante veneziano – la prima bottega viene aperta a Venezia nel 1645 – ai grandi artisti: da Balzac a Picasso, dagli illuministi ai poeti maledetti, il bel mondo parigino sceglierà i celebri Cafés litteraires per parlare di arte e, a volte, di rivoluzione. Un mito, quello del caffè, che perdura anche oggi: nel XXI resta la bevanda col maggior numero di varianti e la più bevuta al mondo.

Qualche dato

I numeri del caffè sono da capogiro: l’OIFB (Osservatorio Internazionale Food and Beverage) parla di un consumo globale pro-capite che si aggira attorno ai 4,404 kg annui. Certo, ogni Paese fa storia a sé, si va dai 4,20 kg degli statunitensi ai finlandesi, che raggiungono la cifra record di 11,4 kg annui. L’Italia è quinta fra i maggiori importatori e decima in Europa per consumo. Qualcuno potrebbe restare deluso da dati, infondo, non così eclatanti. La spiegazione? In molti Paesi il caffè viene consumato durante tutta la giornata, anche a pasto. Nel Bel Paese il rito del caffè si celebra in momenti precisi e immutabili: al risveglio e dopo i pasti. Ma non è l’unica peculiarità del “caso italiano”. Caffè, qui da noi, non rimanda genericamente alla bevanda. Per noi, caffè, vuol dire espresso. Ed espresso vuol dire bar. Solo in Italia esiste un mercato “bar” specifico. Che, tra l’altro, fa numeri enormi: il 41% della popolazione adulta consuma la preziosa bevanda in locali pubblici almeno una volta alla settimana. Una tradizione che sta conquistando il mondo intero: l’inimitabile espresso italiano, negli ultimi anni, vede una crescita estera costante, e a due cifre. Insomma, prezioso, il caffè, lo è in senso stretto: sui mercati internazionali è ai primi posti negli scambi economici e pesa sul volume d’affari come il petrolio e l’acciaio.

Il caffè dalla A alla Z

Caffè e salute

“Bevo quaranta caffè al giorno per essere ben sveglio e pensare, pensare, pensare a come poter combattere i tiranni e gli imbecilli. Sarà senz’altro un veleno, ma un veleno lentissimo: io lo bevo già da settant’anni e, finora, non ne ho mai provato i tristi effetti sulla mia salute.” Così diceva Voltaire. E aveva ragione: circondata per Secoli di pregiudizi e malevolenza, la caffeina è stata in gran parte riabilitata dalla scienza. Ma la caffeina non è un’esclusiva del caffè: anche tè e cioccolata, in misura diversa, ne contengono. Non a caso sono tutte sostanze molto studiate per i possibili effetti sulla salute.

L’azione della caffeina è chiara: una volta ingerita, raggiunge il suo picco massimo nel sangue dopo circa un’ora e di qui inizia ad esercitare una serie di azioni biologiche. Oltre al ben noto effetto stimolante sul sistema nervoso centrale, la caffeina determina un aumento della pressione arteriosa ed un aumento delle pulsazioni cardiache: riduce la sonnolenza, la noia, la stanchezza (soprattutto psichica), migliora gli stati depressivi, potenzia la memoria, la capacità di apprendimento, migliora la concentrazione. La sua azione inoltre influisce anche sul metabolismo attraverso la mobilizzazione dei depositi di grassi e sulle secrezioni acide dello stomaco, incrementandole. Questi effetti possono protrarsi fino ad un massimo di dieci o dodici ore, tutto dipende dalla tolleranza individuale. Insomma, un concentrato di energia ad ogni livello. Non è un caso che la caffeina sia largamente impiegata in ambito cosmetico ed erboristico, principalmente per il potente effetto diuretico. Ma anche la farmaceutica la apprezza: tra le numerose caratteristiche benefiche, essa svolge una potente funzione antalgica. Insomma, la caffeina sembra essere un rimedio universale, utilizzato tanto in prodotti contro la cellulite quanto per drenare i liquidi, fino ai farmaci per la cura dell’emicrania. Inoltre, tra le fonti alimentari più ricche di antiossidanti naturali, il caffè può addirittura di esercitare effetti preventivi non solo contro i radicali liberi ma anche nei confronti di malattie degenerative come il Morbo di Parkinson, il Morbo di Alzheimer e il Diabete di tipo II.

Certo, non è tutto oro quello che luccica, anche se è “oro verde”. Anche qui, numerosi studi parlano chiaro: se assunta a dosi elevate, questa sostanza può portare non pochi effetti collaterali. Tachicardia, aritmie, ipertensione, insonnia, tremori, bruciori di stomaco, reflusso, acidità sono solo alcuni possibili effetti. Si può arrivare ad un ridotto assorbimento di calcio e ferro e, nel lungo termine, a osteoporosi e anemie.

In ogni caso il mondo scientifico, non solo italiano ma anche internazionale, è concorde nell’affermare che il consumo moderato di caffè, anche decaffeinato, può essere un’ottima arma di prevenzione per tutte le patologie neurodegenerative e metaboliche e, se inserito in una dieta sana ed equilibrata, non può che giovare alla serenità emotiva e alla salute generale di chi lo assume.

Il caffè dalla A alla Z

Quanto, come, perché…

La dose ottimale per un soggetto sano senza particolari problemi è di tre caffè al giorno. Questo con consumi standard: una tazzina in media contiene circa 85 mg di caffeina, quindi la dose giornaliera non deve essere superiore a circa 300 mg. Ma, come dicevamo, tè e cioccolata sono parenti stretti del caffè…quindi, per gli amanti del tè delle cinque o per gli irriducibili cioccolatofili, attenzione alle dosi! I momenti migliori per assumere questa bevanda sono al mattino, per fornire l’energia necessaria affrontare gli impegni della giornata, e nel primo pomeriggio, al fine di contrastare la sonnolenza che spesso accompagna il momento successivo al pranzo, soprattutto nei soggetti con digestione lenta. Un ultimo caffè può essere assunto nel pomeriggio, soprattutto da coloro che hanno la necessità di rimanere attivi ed energici fino a sera.

…e dove

Ecco qualche consiglio per bere un ottimo caffè in qualsiasi parte del mondo. Se vi trovate a Taiwan, non disperate. Anzi, sappiatelo, siete fortunati. Gli abitanti sono voraci bevitori di caffè. Per i veri intenditori c’è una meta irrinunciabile: il Topo Café di Taipei. Qui, circondati da pesci che nuotano in corsi d’acqua, immersi nel jazz di sottofondo, coccolati dalla nota gentilezza degli autoctoni, berrete il miglior caffè del Sol Levante.

Vi volete spingere ancora oltre? Fate tappa a Melbourne, Australia, ed entrate al Sonido, un bar in stile sud-americano nel village (così si chiamano i quartieri della capitale) di Fitzroy. Non dovrete avere timori sulla qualità del caffè in Australia, che, pare, abbia imparato i segreti della bevanda dai migliori: le voci vogliono che la prima rivendita di caffè del continente sia stata avviata, 60 anni orsono, da italiani…

Voliamo dall’altra parte del globo. Stavolta non ci sono dubbi: siamo a Cuba, una delle patrie mondiali del caffè. Qui, a L’Avana, dalla bettola al ristorante, dal bar di quartiere all’albergo di lusso, se ne trovano di ottimi. E, per chi lo beve dolce, ovviamente con un ottimo zucchero di canna. Certo, per trovare una perla bisogna andare a fondo: addentratevi nei meandri de La Habana Vieja, la città vecchia, e scoprirete i segreti nascosti della bevanda nera.

Solo pochi kilometri per arrivare negli Stati Uniti. Qui il vero caffeinomane doc non può non visitare Seattle, la città che ha lanciato la Starbucks. Ma la capitale dello Stato di Washington non è solo la culla della più grande catena al mondo di coffee bar. Se cercate qualcosa di più caratteristico il vostro posto è il Café Alegro, la prima, storica caffetteria della città.

Tornati in Europa? Nessun problema, anche il Vecchio Continente ha degli assi nella manica. Uno di questi si chiama Vienna, dove i locali per antonomasia sono café. Un consiglio: fate attenzione alle apparenze. Molti bar di questo genere sono organizzati ad arte per sembrare tradizionali, ma in realtà sono specchietti per le allodole. Cercate quelli meno conosciuti, come il Cafè Phil e il Cafè Leopold Haweika. Sorseggiando il vostro caffè preferito vi sentirete trasportati all’epoca d’oro del grande impero asburgico, e chissà che non vi parga di sentirvi un po’ Maria Teresa, Sissi  o Francesco Giuseppe.

Il caffè dalla A alla Z

Dulcis in fundo.

Sappiamo tutti che parlare di caffè vuol dire parlare italiano. In Italia le varianti della bevanda sono tante quante i dialetti. Se non tante quante gli abitanti. Qualche “dritta”, però, può sempre essere utile. Se vi trovate nella Capitale dovete far visita al Caffè Sant’Eustachio, considerato da molti il miglior caffè di Roma: la miscela dietro questa meraviglia è segreta, e assolutamente deliziosa. In particolare, chiedete un Gran Caffè, e se amate il caffè amaro, fatelo presente al barista: il Gran Caffè è normalmente già zuccherato. Ritmi concitati? Probabilmente siete arrivati a Milano: una visita alla pasticceria Pavé vi farà dimenticare gli impegni lavorativi. Qui un laboratorio a vista metterà in scena la magia con cui nascono torte monoporzione e piccola pasticceria per tutti i palati. Da accompagnare, naturalmente, con un ottimo caffè. A chiudere il nostro viaggio non poteva esserci che lei Napoli, la città dove il caffè è una religione: infinito, qui, potrebbe essere l’elenco delle possibilità. Una per tutte, il Bar Gianni di piazzetta Arenella, dove troverete un caffè chiaro dall’aroma intensissimo che culmina in una cremina in superficie. Si tratta del Tricaffé, una vera leggenda partenopea. Gustare per credere!

La ricetta: smoothie caffè e banana

Ingredienti per 1 frullato

1 banana matura sbucciata e affettata
125 ml di caffè freddo forte o decaffeinato
65 ml di latte di mandorla
2 cucchiai colmi di fiocchi d’avena
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
Estratto naturale di vaniglia

Procedimento

Con l’aiuto di un frullatore a immersione, emulsionare bene il tutto fino a renderlo omogeneo.
Questa bevanda è ottima per una colazione sana ed energetica o anche per una merenda golosa e rinfrescante.

 

Anna Giunchi & Stefania Luccarini

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