Carla Icardi e Sweety of Milano – Scopriamo, attraverso le sue parole, i segreti del grande successo di Sweety of Milano e le nuove iniziative che stanno tenendo impegnata Carla Icardi.

Carla Icardi e Sweety of Milano

CS: Carla Icardi, complimenti per questa splendida manifestazione che ha superato ogni più rosea (colore del logo di Sweety) aspettativa, come riconoscono tutti i Maestri che vi hanno preso parte e che, nonostante ti conoscano da tempo, sono rimasti colpiti dalla tua capacità organizzativa. Non si chiede mai l’età ad una donna ma non posso non domandarti da quanti anni hai “sposato” questo settore ?
CI: Innanzitutto non ho problemi a dire che ne ho 44, e sono entrata nel settore food da meno dieci anni. Io sono un architetto, ma poi la vita mi ha portato a incontrare il giornalismo e la mia formazione professionale ha indirizzato la mia prima parte, nel campo dell’editoria, verso le riviste tecniche di settore. Poi, otto anni fa precisamente, in casa editrice si aprì una possibilità nel settore food, e io che sono una persona che si annoia a fare sempre le stesse cose, accettai quella proposta (anche un po’ provocatoria) che mi fece allora il direttore del personale dicendomi: “Guarda, c’è questa cosa che non funziona tanto, ma è l’unica che abbiamo da proporti…”. In questi otto anni abbiamo lavorato molto, ed è pur vero che ho la consapevolezza che è più facile far crescere le cose piccole delle cose grandi, ma ho trovato un settore meraviglioso, animato da persone splendide; devo dire che la cucina e la pasticceria hanno qualcosa di speciale e molte persone, che ci lavorano e ne hanno fatto la loro vita, sono spesso eccezionali…. quindi, cosa potrei desiderare di più?

CS: Diciamo che hai già risposto a parte della seconda domanda che volevo farti, perché frequentandole da poco anche io in prima persona, ho potuto scoprire che oltre all’indubbia grande professionalità, spesso si accompagna un grande amore e trasporto per ciò che fanno. Comincio a scoprire questo lato anche in te, lo dico francamente, perché organizzare un evento di questa portata in soli tre mesi e mezzo è una vera impresa. Fa parte, anche questo. del binomio “tradizione e innovazione” tanto caro a Massari, inteso come un’evoluzione del tradizionale modo di comunicare?
CI: Noi, per vocazione e natura, facciamo riviste ed eventi promozionali (come il World Pastry Stars) e l’idea di questa manifestazione è nata dalla considerazione che è un vero peccato che queste eccellenze non abbiano molte occasioni di incontrare la gente comune.
Da qui l’idea di mostrare uno spaccato della realtà della pasticceria italiana, ed avendo il contatto con tanti Maestri, è stato naturale pensare di avvicinarli al grande pubblico e, come sempre accade quando mi viene un’idea, mi sono rivolta a Iginio Massari (mi rivolgo spesso a lui, perché ha una grande capacità analitica e mi fido del suo giudizio) e, quando mi ha detto che la trovava un’ottima idea che avrebbe richiesto un notevole impegno, ho provato un’enorme soddisfazione e ho capito che ne sarebbe valsa la pena. Poi, iniziando a verificare la disponibilità dei Maestri Pasticceri e riscontrando, da parte di tutti, un’adesione “a scatola chiusa”, ho capito che avremmo potuto superare qualsiasi fatica per realizzarlo, vista la grande disponibilità.

Carla Icardi e Sweety of Milano

CS: Quindi, un’ulteriore soddisfazione nel constatare che si è creato un vero e proprio “gioco di squadra” anche tra loro?
CI: Qua sono tutti amici tra di loro e si sono dati una mano, per esempio il gruppo campano ha fatto un unico solo camion refrigerato per tutti, ieri Attilio Servi aveva finito la panna dei maritozzi e gliel’ha fatta avere la Martesana, Paolo Sacchetti aveva finito la farcitura per le peschine (gli inconvenienti di un afflusso di massa) e l’ha avuta da un collega, insomma è molto bello constatare questa grande collaborazione. Queste cose si creano solo se c’è veramente coesione di gruppo, e io credo che l’atmosfera che si respira al Sweety sia manifestazione di questa unione di intenti. La gente che affolla il palazzo delle stelline è contenta, sta assaggiando un sacco di dolci, le masterclass sono fin troppo piene (devo ammettere che non ce lo aspettavamo), il che significa che il pubblico vuole sentire, parlare e toccare il mondo della pasticceria di qualità. E questa è la cosa più importante, quella che ci spingerà a coinvolgere sempre e solo i migliori.

CS: La valenza di una manifestazione come Sweety of Milano va oltre l’offerta dell’assortimento dei migliori prodotti del panorama Nazionale, della possibilità di fruire di lezioni ai massimi livelli e dell’incontro con l’eccellenza. Credo che l’impegno più grande che vi siate assunti, sia quello di contribuire a educare un pubblico che oggi è sempre più attento e consapevole di ciò che vuole, al di là del prezzo.
CI: Io penso che la strada tracciata sia quella della qualità e sia fatta di elementi che non sono legati al prezzo, lo vedo in chi viene e acquista qui, è palpabile la consapevolezza che stia spendendo per prodotti fatti molto bene, con uso di grandi materie prime, da grandi professionisti.
Questo dà quel valore che il pubblico riconosce e che qualifica il dolce e tutte le componenti che ci ruotano attorno.

CS: Alla prossima, sicura, edizione di Sweety, pensate di unire anche una sezione “salty”, per accostare al meglio della pasticceria anche il mondo del salato?
CI: Non è assolutamente escluso, anche se il settore del salato è sicuramente più inflazionato di quello della pasticceria, e questo deve farmi ragionare (da manager) e riflettere bene. Credo, però, che se manteniamo la strada intrapresa e gli standard di qualità che contraddistinguono le nostre manifestazioni, se noi saremo così bravi da essere coerenti con le nostre scelte, il salato potrà essere un prossimo passo.

Carla Icardi e Sweety of Milano

CS: Ultime domande, legate all’argomento precedente, visto che quest’anno ho visto tue fotografie con “mani in pasta” in corsi di cucina: preferisci il dolce o il salato e qual è il tuo piatto preferito?
CI: Da ragazza ero assolutamente una dipendente da dolci, poi, come tutte le donne, ho cominciato a pensare alla forma fisica… Ora, negli ultimi otto anni, avendo la fortuna di frequentare grandi ristoranti e grandi pasticcerie (mi rendo conto che sono una privilegiata in questo senso), mi risulta particolarmente difficile rispondere. La mia filosofia è diventata “metà di tutto”, per cui mangio metà porzione di qualsiasi cosa mi venga proposta, senza privarmi di nulla. Quando cucino io, cucino di tutto, ed essendo piemontese di nascita e avendo vissuto in una casa in cui nonne e mamma facevano tajarin, agnolotti, bagna cauda, bonet e lasagne in quantità industriale, io amo cucinare. Per quanto riguarda il mio piatto preferito, ammetto che sono le lasagne, quelle classiche … che ti fanno godere.

Fausto Morabito

 

Fotografie di Fausto Morabito

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