Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente – Tutta la redazione è in fermento. Questa mattina conosceremo Gabriele Rubini, alias Chef Rubio. Di lui hanno detto davvero di tutto, abusando degli epiteti più bizzarri: l’anti-Cracco, l’icona-gay, il sex symbol della cucina di strada e molto altro.

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente - Cucina Semplicemente

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente – Cucina Semplicemente – Fotografia di Ufficio Stampa Chef Rubio

Noi di Cucina Semplicemente siamo più interessati alla sua vita, alla sua vera personalità e soprattutto alla sua passione per la cucina. Siamo solo alle presentazioni, ma qualche minuto basta per scoprire che si tratta effettivamente di liturgie mediatiche, che scadono nel luogo comune. Gabriele è un ragazzo alla mano, accomodante, gentile, concreto. Lascia da parte le formalità e i cerimoniali, per concentrarsi sulla conversazione, nella quale si libera con un’estrema naturalezza e una cadenza romana irresistibile.

«Diamoci del tu, ti prego», neanche il tempo di iniziare. In una parola, un uomo di sostanza: non parla per compiacere, non lesina sulle confidenze e non scivola nella banalità. Una voce materica, saporita, che non riserva segreti.

CS- Inizia a lavorare in un ristorante in Nuova Zelanda per mantenersi durante la carriera sportiva. Un incontro fortuito con la cucina o un’occasione per coltivare una passione che covava da tempo?
GR- È stato fortuito finire in uno dei dieci ristoranti migliori della Nuova Zelanda, quello sì. Ma non è stato casuale finire in una cucina: è una cosa che ho sempre saputo, ho cominciato facendo il lavapiatti in un pub vicino a casa. Fu un’esperienza formativa, che ha contribuito ad ampliare il mio curriculum e mi ha fatto imparare molto.

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente - Cucina Semplicemente

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente – Cucina Semplicemente – Fotografia di Ufficio Stampa Chef Rubio

CS- Dall’Eccellenza Rugby all’ALMA, scuola di cucina internazionale, dopo un infortunio al crociato. Un piano B ugualmente ambizioso. Era una seconda strada?
GR- Assolutamente no. Sicuramente una strada diversa, ma io scelgo sempre per quella migliore alla fine! (Ride)

CS- Rugby e cucina. Apparentemente sembrano realtà differenti… Ci sono dei lati in comune? La stoffa del rugbista si è rivelata utile con il doppio petto da chef?
GR- Chi fa sport è avvantaggiato nell’adottare dinamiche di gruppo e a lavorare bene in squadra. Questo in una cucina è fondamentale: mantenere un’individualità è importante, ma senza penalizzare gli altri componenti della brigata.

CS- Ha viaggiato molto, prima per il rugby, poi per la cucina. Si definisce uno chef di stampo internazionale o preferisce la tradizione?
GR- Quando cucino, racconto me stesso e il mio percorso. Lavoro sia con ingredienti italiani, che con quelli internazionali. Non mi piace etichettare l’approccio culinario con categorie, tipo “fusion” o quant’altro. Le classificazioni servono per semplificare. Io cucino per comunicare e per amore.

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente - Cucina Semplicemente

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente – Cucina Semplicemente – Fotografia di Ufficio Stampa Chef Rubio

CS- Ha raggiunto la popolarità con il format “Unti e Bisunti” su Dmax (canale 52 dtfree). Quanto c’è della sua personalità nel programma?
GR- Tutto. Certamente è un programma sdoganato, famoso; ma una volta in televisione diviene delle persone che lo seguono. “Unti e Bisunti” è una creatura collettiva, a cui hanno collaborato autori e figure competenti. È vero che esiste una struttura narrativa, ma è stato un lavoro di squadra, molto sentito.

CS- “Unti e Bisunti” le ha dato l’occasione di scovare specialità italiane senza tempo. C’è una regione che ti ha ispirato in maniera particolare?
GR- Tutte le regioni d’Italia mi hanno lasciato il segno. Se proprio devo citarne una, ricordo molto bene l’episodio a Napoli. Era la prima puntata, la mia prima volta davanti alla telecamera. E si sa, la prima volta, «nun se scorda mai!» (ridiamo). Avevo cucinato la zuppa forte, un piatto squisito con aglio, olio, peperoncino, frattaglie di maiale… Si può utilizzare come condimento o come primo piatto.

CS- Quali sono le doti di uno chef secondo Rubio?
GR- Sarebbe facile elencarti le caratteristiche migliori, l’umiltà, la competenza, la curiosità ecc. A parlare si fa presto, quello che conta sono i fatti. Bisogna saper stare in cucina con una buona dose di spirito di sacrificio, la presa di coscienza dei propri errori e la capacità di assumersi le proprie responsabilità.

CS- Lo sai che in molti ti definiscono “l’Anti-Cracco”? Sostanza e cucina popolare contro le micro-porzioni della pay tv. Quale dei due filoni è vincente?
GR- Non mi ritrovo in questo marchio. L’alta cucina è un aspetto della cucina, che sicuramente sazia ed equilibra i sapori in modo diverso. Prima degli anni ’80 era totalmente sconosciuta al grande pubblico, oggi, grazie ai media, è resa accessibile a tutti. Quello che posso dire è che io sono me stesso e che ognuno segue il proprio percorso.

CS- Lo sa che la definiscono sexy e verace? Un sex symbol in cucina, un abbinamento piccante!
GR- Essere figo non mi interessa. Non mi piace vincere facile e non credo che in cucina importi la bellezza fisica. Essere un cuoco cool è riduttivo, la mia priorità è cucinare bene.

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente - Cucina Semplicemente

Chef Rubio incontra Cucina Semplicemente – Cucina Semplicemente – Fotografia di Ufficio Stampa Chef Rubio

CS- Dicono che è un fervente utilizzatore dei social, in particolare di twitter. Cosa ne pensa di questa diffusione dei social media come canale culinario? Food blogging, youtube, video ricette?
GR- All’inizio era una realtà che non sopportavo e mi trasmetteva amarezza. Poi ho iniziato a capire che poteva essere un canale importante per la cucina, per rendere partecipe il pubblico. Anche i food blogger, per quanto non siano amati nel settore professionale, sono comunque un catalizzatore di attenzione, possono moltiplicare le relazioni e la collaborazione tra colleghi. Credo che soprattutto oggi bisogna aprirsi ai canali di comunicazione. La cucina è comunicazione.

CS- Puoi rivelarci qualcosa dei tuoi prossimi progetti?
GR- Al momento siamo in partenza con altre trasmissioni televisive. La più imminente comincia il 6 febbario ed è Rugby Social Club, la trasmissione TV di DMAX che racconta il torneo 6 Nazioni con le telecronache in diretta delle partite affidate ad Antonio Raimondi e Vittorio Munari, mentre da studio ci sono le anticipazioni del pre-partita e le interviste a fine gara affidate ai padroni di casa Daniele Piervincenzi e Paul Griffen, affiancati quest’anno dai commenti tecnici della new entry Maria Beatrice Benvenuti. Io mi alternerò tra presenze in studio e collegamenti dall’Olimpico di Roma per raccontare l’atmosfera e le tifoserie delle partite in casa dell’Italia. Finito con il rugby, da marzo cominceremo con la produzione dell’attesa terza edizione di”’Unti e Bisunti”.

Siamo al congedo. Nessun convenevole per Chef Rubio che ci lascia con uno spontaneo «Grazie a voi, un abbraccio». Un dosaggio di parole istintivo, non calcolato, che rifiuta le formule e si mostra per quello che è: senza fronzoli, con una sincerità corporale e tangibile.

 

Mirella Prandelli

 

Share