L’idea è di un ricercatore della IBM di New York, Lav Varshney, che intende progettare un software in grado di creare dal nulla ricette gustose e innovative. Riuscirà a sostituire gli chef in cucina?

Apprentice Chef; knives, pastry cutter, uniform, angled view

Ma può un computer battere la creatività dell’essere umano?

Ci stanno seriamente provando.

Il punto di partenza della ricerca è stato l’inserimento nel software di migliaia e migliaia di ricette provenienti da tutte le parti del mondo, in modo da insegnare al programma i processi culinari e gli accoppiamenti di ingredienti.

Successivamente questo chef virtuale deve mescolare gli ingredienti in modo da ottenere nuove combinazioni, molte delle quali assolutamente senza senso.

Per selezionare gli abbinamenti vincenti il sistema dovrà confrontare le combinazioni ottenute con tutta una serie di dati relativa alla composizione chimica degli ingredienti, ed infine passare all’accoppiamento dei sapori.

Partendo quindi da ricette esistenti e la composizione chimica dei cibi il computer riconosce quali abbinamenti siano migliori, valutandone anche il grado di novità e arrivare a creare ricette totalmente nuove.

Un’altra funzione di questo genio dei fornelli sarebbe quella di riconoscere il procedimento da applicare suggerendo se tagliare, mescolare, bollire e così via; ma per ora il risultato è ancora abbastanza scarso, rendendo necessaria la presenza di chef professionisti in grado di assemblare al meglio le ricette prodotte dal programma.

Un gruppo di fortunati dipendenti della IBM è stata selezionata per assaggiare i piatti risultanti da questo innovativo processo e le reazioni sono state positive, arrivando a definire i piatti “molto piacevoli al palato” e “sorprendenti”.

Ma quale applicazione potrebbe avere un software di questo genere?

Potrebbe essere utile nell’ideazione di diete personalizzate che pensino non solo all’ aspetto medico  della perdita di peso del paziente e alla sua salute, ma anche ai suoi gusti, in modo da rendere l’intero processo più efficace e sostenibile, sia per quanto riguarda persone in sovrappeso che diabetiche.

La sperimentazione è ancora agli inizi ma questo programma sembrerebbe essere un nostro possibile futuro alleato, ma a nostro parere non interamente sostituibile all’essere umano e alla sua creatività.

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