Vi siete mai chiesti com’è la vostra alimentazione? Dareste quel che voi mangiate a un bambino? Probabilmente vi chiederete il perché della mia domanda, benché sembri una domanda sciocca e senza importanza così non è e alla fine di questo articolo lo capirete.

Oggi vi parlerò indirettamente di intolleranze, vorrei che rifletteste sulla vostra alimentazione. Se avete un’intolleranza alimentare, siete abituati ad adattare la vostra alimentazione in funzione della malattia, ma forse sarebbe il caso di chiedersi: la mia alimentazione è corretta ed equilibrata nonostante l’assenza dell’alimento oggetto della mia intolleranza?

Eccessi a tavola: zuccheri, grassi e additivi

La semplice eliminazione dell’alimento che scatena la reazione avversa del vostro organismo non è sufficiente a farvi guarire. I sintomi possono migliorare, ma affinché il vostro organismo sia in grado di digerire e assimilare correttamente l’alimento che scatenava l’intolleranza, è necessario che l’apparato gastrointestinale sia in buona salute e che la flora batterica sia equilibrata e questo, con una dieta sbagliata, non è possibile.

Al giorno d’oggi purtroppo si incorre in numerosi eccessi alimentari, spesso inconsapevoli, che sfociano in patologie gravi anche in età molto giovane. Sicuramente il cibo industrializzato e i fast-food non aiutano, ma nessuno vi obbliga a consumare questo genere di prodotti e preciso…. non li ho chiamati volutamente alimenti. Zuccheri, grassi e additivi alimentari sono tre sostanze che spesso abbondano sulla nostra tavola: alcuni in modo consapevole, altri forse no.

Zuccheri

Saccarosio, dolci e bibite zuccherate sono solo alcuni dei prodotti abitualmente presenti sulla tavola della maggior parte degli italiani. Sono prodotti che non hanno un’importanza nutritiva e di cui potremmo fare tranquillamente a meno. Basta solo un pizzico di buona volontà e di autocontrollo. Autocontrollo? Ebbene sì, perché la voglia di dolci e di prodotti ad alto contenuto di zucchero è una vera e propria dipendenza, del tutto paragonabile ad una tossicodipendenza.

Quando mangiate un dolcetto, che sia un biscotto, una fetta di torta o un gelato, gli elevati livelli di zuccheri causano un rapido aumento della glicemia, ovvero dei livelli di glucosio nel sangue. Come conseguenza all’iperglicemia, il pancreas produce insulina in elevate quantità, che provoca un rapido abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue. Il vostro organismo, abituandosi a questo stile alimentare, avverte una mancanza di zuccheri e, quindi, vi costringerà a ricercare altri dolci e così via.

A livello cerebrale, poi, l’eccesso di zuccheri fa aumentare il rilascio di dopamina: un neurotrasmettitore che genera una sensazione di gratificazione ed incrementa il desiderio di ripetere l’esperienza. Così mangiate un dolce e ne desiderate subito un altro. Per porre termine a questa situazione, è sufficiente riuscire a resistere una decina di giorni senza assumere dolci, bevande zuccherine e prodotti contenti zucchero raffinato.

L’organismo riuscirà a uscire da questo circolo vizioso e la voglia irrefrenabile di dolce scomparirà. Non è un percorso semplice, talvolta è possibile accusare qualche disturbo da assenza di zuccheri (ricordatevi che si tratta di una vera e propria dipendenza), ma si riesce a superare tutto. Ricordate che una dieta ricca di zuccheri aggiunti, come saccarosio, dolci e bevande zuccherine aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e dislipidemie, come ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia.

Grassi

Per essere in salute è necessario introdurre quotidianamente una corretta quantità di grassi. I grassi, infatti, forniscono energia e sono fondamentali per l’assorbimento delle vitamine liposolubili A, D, E e K. Tuttavia non tutti i grassi sono uguali, bisogna sapere quali assumere!

Gli acidi grassi polinsaturi, ovvero quelli che nella loro struttura chimica possiedono due o più doppi legami tra gli atomi di carbonio, sono presenti principalmente nei grassi di origine vegetale e a temperatura ambiente si trovano in forma liquida (oli).

I grassi saturi, invece, sono acidi grassi che non contengono doppi legami nella loro struttura e si trovano principalmente nei grassi di origine animale e nei grassi da condimento che si trovano allo stato solido a temperatura ambiente, come burro, strutto, lardo e margarine.

Un’altra tipologia è quella dei acidi grassi monoinsaturi, che possiedono un solo doppio legame nella loro struttura molecolare e si trovano in buone quantità negli oli vegetali, come olio d’oliva, di girasole, di mandorle.

Le linee guida per una sana alimentazione raccomandano un’assunzione giornaliera di tutte queste tipologie di acidi grassi. Tuttavia bisogna prestare particolare attenzione a non eccedere nell’assunzione dei grassi in generale, dato il loro elevato potere calorico, e soprattutto degli acidi grassi saturi, i quali sono stati correlati ad un aumento di rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Attenzione anche all’assunzione di colesterolo attraverso gli alimenti, il quale può provocare un innalzamento dei valori di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo. Purtroppo, nella lavorazione industriale dei prodotti da forno e delle margarine trovano largo impiego i grassi idrogenati, ovvero acidi grassi che subiscono una manipolazione, definita appunto idrogenazione, che viene attuata per questioni “di consistenza” del prodotto, in quanto questo processo consente di rendere gli oli grassi solidi o semisolidi.

Dal punto di vista nutrizionale i grassi idrogenati sono inutili poiché non hanno alcuna funzione benefica nei confronti dell’organismo, anzi ad elevate dosi possono portare ad un aumento dei livelli di colesterolo LDL (cattivo) e ad una riduzione del colesterolo HDL (buono).

Additivi alimentari

Se possiamo decidere di controllare l’assunzione di zuccheri e di grassi nella nostra alimentazione, controllare l’assunzione degli additivi alimentare risulta molto più difficile. Attualmente sono pochissimi gli alimenti a cui non è consentito aggiungere additivi alimentari, alcuni esempi sono l’olio extravergine di oliva, il latte fresco pastorizzato e lo yogurt al naturale.

L’utilizzo degli additivi alimentari, come coloranti, addensanti e conservanti, è molto diffuso e per questo è stata stabilita una Dose Giornaliera Ammissibile (DGA), ovvero una stima della quantità di un additivo alimentare, espressa in relazione alla massa corporea, che può essere assunta giornalmente nella dieta quotidiana, anche per tutto l’arco della vita, senza rischi apprezzabili per la salute.

Tutti questi eccessi alimentari possono portare ad uno squilibrio della flora batterica intestinale con conseguente alterazione della corretta funzionalità del tratto gastrointestinale. Un’alimentazione non corretta, infatti, può determinare problemi digestivi, ridurre l’assorbimento di alcuni nutrienti con conseguente carenza di essi, oppure anche alterare la regolarità intestinale e portare a stipsi o diarrea. Inoltre, non dovete dimenticare che spesso gli alimenti che causano intolleranza sono proprio quelli che abbondano nella vostra alimentazione!

Vi invito a fare una prova: fate la spesa come normalmente siete abituati, tornate a casa e leggete le etichette dei prodotti che avete acquistato. Vi renderete conto che assumere troppi zuccheri, grassi o additivi non è poi così difficile, soprattutto se nella vostra alimentazione sono presenti tanti cibi pronti o prodotti lavorati. A questo punto, dopo aver letto accuratamente le etichette dei prodotti che mangiate abitualmente ed esservi resi conto di tutti gli ingredienti indesiderati che contengono, vi rifaccio la domanda iniziale: dareste le cose che mangiate voi a un bambino?

Riflettete: essere consapevoli di quello che introduciamo nel nostro corpo è il primo passo per una sana e corretta alimentazione.

Ilaria Cancarini

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