Dolce Garda…

La scorsa settimana abbiamo dedicato lo spazio della rubrica al Lugana, un vino bianco Doc prodotto sulle sponde del Lago di Garda in diverse tipologie e contraddistinto da due caratteristiche principali: versatilità e ottima capacità di invecchiamento.

Enotour alla scoperta delle cantine del Lugana

 

Come anticipato, oggi, procedo con un approfondimento sulla stessa denominazione passando dalla teoria alla pratica, quindi a vini e aziende. Ovviamente, essendo moltissime le realtà presenti nella denominazione, devo fare delle scelte.

Quale criterio? Innanzitutto, confesso, il mio gusto personale, che deve sempre essere il primo parametro da tenere in considerazione per la scelta di un prodotto, vino o cibo che sia, ma anche in relazione alle due peculiarità citate sopra, alle quali aggiungo anche una grande potenzialità di espressione di un territorio.

Un’azienda sempre in divenire

Proprio quest’ultimo aspetto contraddistingue la Pasini San Giovanni. Siamo a Raffa di Puegnago del Garda, sede dell’azienda il cui nome, doppio, sottolinea due concetti fondamentali e indispensabili per creare un vino: le persone, la famiglia Pasini in questo caso, e il territorio, la Cascina San Giovanni, omonima all’appezzamento di terra sul quale sorge. Un’azienda sempre in divenire, vignaioli che mettono la propria esperienza, creatività e talento nella creazione di un vino che valorizza, in molteplici tipologie e sfumature, l’uva Turbiana e la terra dove nasce.
Dei moltissimi vini che la Pasini San Giovanni produce vorrei citare il Lugana Doc “base” nella versione certificata Bio, sempre presente nella mia cantina, e il Busocaldo, sempre Lugana Doc, ma “tutta un’altra storia”.

Enotour alla scoperta delle cantine del Lugana

Il primo è un vino minerale e sapido, fresco e con una bella acidità che lo rende adatto, se bevuto giovane, all’aperitivo o a piatti leggeri a base di carni bianche o pesce, se invecchiato si arrotonda, aumenta la sua struttura e importanza. Il Busocaldo, etichetta che meriterebbe ben più ampio spazio (che mi riserverò), è un Lugana estremo, l’interpretazione più personale e sperimentale della Turbiana da parte dell’azienda che valorizza ulteriormente il terroir attraverso una lungo affinamento in vasca d’acciaio a contatto con le fecce. Un vino importante che manifesta la sua massima potenzialità dopo diversi anni (mi sembra che l’annata in commercio sia il 2009) e che può tranquillamente sostituire anche un vino rosso su alcuni piatti.

Un fortunato contrattempo…

Un’altra bella e interessante realtà della denominazione è di certo Ca’ Lojera, azienda con sede a Rovizza di Sirmione e di proprietà di Franco e Ambra Tiraboschi, che insieme alla figlia lavorano i circa 18 ettari di vigneto. Sarebbe curioso riportare per intero la singolare storia della nascita di questa azienda che, alla sua prima vendemmia risalente al 1992, si è trovata costretta a vinificare le proprie uve semplicemente perché non ritirate dall’acquirente. Questo piccolo contrattempo è stato probabilmente la loro fortuna perché nel giro di pochi anni, l’azienda è divenuta tra le più affermate e valide realtà della zona.

Di certo la caratteristica che più si ritrova nei loro vini è la capacità di invecchiare. Tutti i Lugana prodotti dall’azienda sono ottimi bevuti giovani ma si fanno speciali con passare del tempo. L’etichetta probabilmente più esemplificativa è il Lugana Doc del Lupo (Ca’ Lojera significa proprio casa del lupo), prodotto con il 100% di Turbiana e maturato per lunghissimo tempo in vasca di acciaio. Angelo Peretti, nella scheda descrittiva redatta per l’azienda non avrebbe potuto trovare parole migliori per esprimerlo “L’alcol, pur sostenuto, e quasi mascherato da una vivida freschezza, del tutto inusuale per la calda annata di cui e figlio. Emergono afrori d’agrumi (di limone, di pompelmo) e poi di citronella e d’erba di sfalcio. La vegetalità è a tutto tondo. La mineralità è li che preme per uscir fuori. Il finale, lunghissimo, gioca sui toni della mandorla verde e della clorofilla. Lasciatelo riposare ancora, e vi darà soddisfazioni”.

Finale col botto!

L’azienda Olivini di San Martino della Battaglia (Desenzano del Garda) che oltre a produrre Lugana Doc ha tra la sua gamma anche due etichette di Lugana Doc Spumante metodo classico (il disciplinare di produzione consente anche la spumantizzazione con il metodo Charmat). Le etichette si distinguono per la tipologia di gusto, un Brut e un Pas Dosé, e per un affinamento sui lieviti leggermente inferiore per il secondo vino, intorno ai 30 mesi contro i 36 del Brut. Entrambi sono prodotti con sola uva Turbiana che manifesta la sua mineralità amalgamando il proprio frutto ai tipici sentori di crosta di pane e lievito del metodo classico. Le due bolle sono ideali naturalmente come aperitivo ma, essendo io una grande sostenitrice del “a tutto pasto” le gusterei per accompagnare qualsiasi portata, nella versione Pas Dosé più dura e minerale, anche piatti succulenti che necessitano della pulizia garantita dalle bollicine.

 

Arianna Vianelli

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