La Dieta Mediterranea, insieme all’attività fisica,  sembra che aiuti a prevenire le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore.
Secondo alcuni studi oltre ad essersi rivelata protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, tumori e probabilmente di allergie e asma, la dieta mediterranea ha dimostrato di avere anche effetti protettivi sul cervello, contribuendo a prevenire il declino cognitivo, facendolo avvenire in maniera modesta. La dieta mediterranea ridurrebbe anche le possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer in chi già mostra segnali di difficoltà cognitive.

Recentemente è stato messo in evidenza il possibile impatto positivo sulla salute della dieta mediterranea biologica (dieta italiana mediterranea di riferimento) rispetto a quella convenzionale, in termini di riduzione dello stato infiammatorio e della disfunzione endoteliale associata con l’obesità e le patologie renali.
Per varie ragioni scientifiche è possibile affermare che la dieta mediterranea svolga un ruolo fondamentale nella longevità e nella qualità della vita. A sostenere quanto detto, abbiamo a disposizione ampie ricerche pubblicate negli ultimi anni, che danno importanti segnali dell’esistenza di un rapporto causale tra la Dieta Mediterranea e la riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori ed altre patologie gravi.

Alcuni di questi studi sono ad esempio: il Progetto SUN, che ha studiato, e studia tutt’ora l’effetto della dieta su ipertensione, sul diabete, sull’obesità, sulla malattia coronarica e su altre patologie; lo studio ATTICA; lo studio EPIC tenta di chiarire i rapporti tra dieta, fattori ambientali, stile di vita e incidenza di cancro e di altre malattie croniche; gli studi Interheart e Predimed, che riguardano malattie cardiovascolari; lo studio Lyon Diet Heart Study che ha accertato se una dieta di tipo mediterraneo può diminuire il tasso di recidiva dopo un primo infarto miocardico; lo studio GISSI-Prevenzione, che ha dimostrato che nei pazienti con infarto miocardico che sono riusciti a mettere in pratica alcuni consigli dietetici, che comprendevano l’aumento del consumo di cibi mediterranei, il rischio di morte precoce è diminuito indipendentemente da qualsiasi trattamento farmaceutico; lo studio ILSA (Italian Longitudinal Sutdy on Aging) e lo studio HALE, che hanno studiato il rapporto tra la dieta mediterranea e il declino cognitivo, e lo Studio Multicentrico sulle Abitudini Alimentari dei Giovani, ancora in corso.

Oltre a portare benefici alla salute, la Dieta Mediterranea porta con se anche benefici ambientali, grazie all’impiego di risorse naturali. La dieta mediterranea prevedendo un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e legumi, la cui produzione richiede un impiego di risorse naturali (suolo, acqua), crea emissioni di gas serra meno intensivi rispetto ad un modello alimentare basato per lo più sul consumo di carni e grassi animali; inoltre prevedendo il consumo degli alimenti rispettando la stagionalità degli stessi, fa sì che si riducano le coltivazioni in serra, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani. Rispetta poi il territorio e la biodiversità, attraverso semine diverse in ogni area e rotazione delle colture, al fine di garantire anche la sicurezza alimentare.
Prevede porzioni moderate e consumo di alimenti integrali e freschi, poco trasformati, e questo contribuisce a ridurre gli impatti ambientali dei comportamenti alimentari.

Crea dei benefici sociali dati dalla consapevolezza dell’alimentazione strettamente legata al territorio, promuove l’interazione sociale, i pasti comuni sono la pietra angolare delle feste e delle nostre tradizioni sociali. Non va dimenticato che la dieta mediterranea è espressione dell’intero sistema storico e culturale del Mediterraneo: tradizione alimentare millenaria, viene tramandate di generazione in generazione, promuovendo non solo la qualità degli alimenti e la loro caratterizzazione territoriale, ma anche il dialogo tra i popoli. Tutti questi benefici contribuiscono poi a dei benefici economici. Una maggiore aderenza delle abitudini alimentari al modello mediterraneo ad esempio, migliorerebbe lo stato di salute generale della popolazione, che si tradurrebbe in una diminuzione della spesa sanitaria nazionale. Privilegiando alimenti di stagione, prevalentemente cereali e vegetali, si potrebbe avere una diminuzione della spesa all’interno delle famiglie. La diffusione di questo modello alimentare potrebbe portare anche all’aumento della domanda commerciale dei prodotti naturali come frutta, verdura, cereali, legumi, e dei loro derivati come ad esempio olio, vino, pasta, pane, creando così reddito e occupazione per le aziende delle regioni mediterranee. Da non sottovalutare poi, che grande visibilità porterebbe all’offerta agro-eno-gastronomica dei nostri territori, che offrono il necessario per una alimentazione sana e genuina. Si possono avere notizie più complete riguardo a questi studi visitando il sito della Fondazione Dieta Mediterranea Onlus.

Per tutta questa serie di motivi, il 16 novembre 2010, la dieta mediterranea è stata inserita nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità, dell’UNESCO, che ha accolto la richiesta che era stata fatta nel 2009 dal Gruppo di lavoro Unesco del Ministero delle Politiche Agricole coordinato dal professor Pier Luigi Petrillo, questo consente di accreditare quel meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale, ed ha affermato ulteriormente il valore culturale di questo grande patrimonio dei popoli del Mediterraneo.

A cura di Laura Gatta

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