Quante volte avete sentito parlare del glutine come un nemico per il nostro organismo? Ma è realmente così?

Il glutine: nemico o amico per l'organismo?

Storicamente, i periodi di recessione portano con sé un curioso spirito di rivalutazione. Le crisi,economiche o etico-morali, invitano ad interrogarsi sulle vecchie abitudini. Tra le priorità del XXII secolo, i settori della cosiddetta “economia del piacere” sono tra i pochi che hanno goduto di crescita. Si tratta di esperienze, servizi, status, significati, benessere: ciò ha portato ad un forte interesse per il settore agroalimentare, per come mangiamo, per quello che mangiamo.

Questa è una delle ragioni per cui l’argomento delle intolleranze è divenuto così appassionante. Le persone vogliono sentirsi bene e investire nel cibo.

Tuttavia, esiste una soglia ben delineata tra interesse per il benessere e interesse economico e non sempre il consumatore ne è consapevole. Il pericolo di diete fai da te, diagnosi affrettate e prodotti di dubbia provenienza è sempre in agguato.

Dopo l’approfondimento sul lattosio, oggi l’attenzione è dedicate al glutine, una sostanza lipoproteica, principalmente contenuta nei cereali, quali, frumento, farro, segale, kamut e orzo.

Diverse persone lamentano difficoltà digestive a riguardo, come la fatidica pizza che resta sullo stomaco alla sera. Sorge una domanda spontanea: possibile che un alimento utilizzato da secoli, che addirittura è stato rivestito di significati rituali in alcune civiltà, sia dannoso per il nostro organismo?

In Italia circa l’1% della popolazione è affetto da celiachia, anche se i casi ufficialmente diagnosticati sono 135.000. La celiachia è un disturbo serio, per il quale addirittura in passato, quando le conoscenze a riguardo erano limitate, si poteva morire. Oggi il rimedio consiste nel seguire una dieta senza glutine. E’ importante sapere che il valore di mercato dei prodotti gluten free arriva ad un profitto di 237 milioni di euro l’anno e che questo avvantaggia soprattutto alcuni attori industriali.

In altre parole, mentre per i celiaci è essenziale seguire una dieta senza glutine, oggi i media e le tendenze, promosse anche da personalità come Gwyneth Paltrow, invitano tutti, indifferenziatamente, ad eliminare i cereali dalla dieta.

Gli scienziati non dispongono ancora di risposte unanimi. In ogni caso, gli esperti più autorevoli, tra cui Umberto Volta, docente di medicina interna presso l’Università di Bologna, esortano a  rivolgersi ai centri specializzati, che analizzano il grado di sensibilità al glutine, le eventuali forme di allergia o la celiachia cronica. Da evitare assolutamente le iniziative personali per diete aglutinate.

Il grano è una pianta definita “solare”: utilizza la fotosintesi per trasformare l’energia solare in amido, carboidrato essenziale. Si stima che la proprietà solare del grano sia stata significativamente danneggiata dai genetisti moderni, che hanno modificato le sementi per accrescere la produzione e, dunque, i profitti dei monopolisti sementieri. Queste forzature, insieme alle concimazioni a base di nitrato, hanno aumentato la quantità di glutine nel frumento, che accelera la produzione industriale di pane e pasta.

Non dimentichiamo alcuni preziosi alleati: il farro e le farine macinate a pietra, una tecnica del passato che non utilizza i moderni cilindri e consente di ottenere farine integrali ad alte qualità organolettiche e nutrizionali.

Attenzione dunque alle mode fuorvianti: è responsabilità del consumatore adottare un comportamento vigile e ponderato.

 

Mirella Prandelli

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