Anche quest’anno la Pasqua è ormai trascorsa e anche quest’anno, durante l’atteso pranzo pasquale, non sono mancate le discussioni intorno all’agnello. E’ infatti stimato che una persona su tre non mangia carne di agnello a Pasqua per motivi etici. Secondo Eurispes sono 4,2 milioni gli italiani che hanno scelto definitivamente una dieta senza carne animale, il 7,1% della popolazione, in aumento dello 0,6 % rispetto all’anno 2013. Di questi, il 6,5 % di persone si definisce vegetariano, e dunque non esclude dalla propria dieta i prodotti derivati dagli animali, come latte e uova. Il restante 0,6% è caratterizzato dai vegani, la cui alimentazione è basata esclusivamente su frutta, verdura, legumi e cereali.

L'Agnello a Pasqua una questione etica

Una scelta vegetariana o vegana può originare da diversi motivi: ambientali, salutari o etici. In effetti gli allevamenti intensivi producono la maggior parte dei gas serra nell’ambito del settore alimentare, causando un inquinamento importante e questo porta il 9% dei vegetariani ad optare per una dieta senza carne, né pesce. Secondariamente, ben il 24% dei vegetariani sceglie di non consumare carne per motivi salutari, dal momento che così come viene prodotta, può contenere alti livelli di tossicità ed essere dannosa per l’organismo. Infine, una grossa percentuale di italiani, la maggior parte dei vegetariani, afferma di non mangiare né carne né pesce per motivi etici, ossia per non contribuire ai metodi di sofferenza a cui gli animali vanno incontro per la macellazione.

Il Paese con la più alta percentuale di vegetariani è l’India, con il 30% della popolazione, percentuale che deriva soprattutto da motivi geografici e filosofico-religiosi. In Europa, la Germania è la nazione con il più alto numero di vegetariani, raggiungendo l’8,6%.

Le scelte che riguardano l’alimentazione sono insindacabili e del tutto personali: ognuno di noi, in seguito ad una presa di consapevolezza e ad un’attenta osservazione del corpo, ha il diritto di decidere per se stesso cosa e come mangiarlo.

Tuttavia, è curioso notare che sulle tavole italiane le discussioni attorno all’agnello non provenivano da scelte di dieta vegetariane o vegane, bensì da persone che consumano carne abitualmente e che per Pasqua scelgono di non mangiare l’agnello in base alla motivazione che si tratta di un cucciolo.

Secondo la CIWF, Compassion in World Farming, organizzazione che promuove pratiche di allevamento sostenibili e rispettose verso gli animali e l’ambiente, i due terzi degli animali da allevamento sono trattati in maniera intensiva, ovvero, tenuti in gabbie e recinti e programmati geneticamente per non rispettare i cicli di vita naturali.

L’organizzazione chiarisce che una scelta di consumo basata sulla giovane età di un animale, non considera diversi aspetti fondamentali: un’età di macellazione di 3-4 mesi è indubbiamente giovane, ma siamo certi che per gli altri animali sia diverso?

Il ciclo di vita dei polli da carne varia tra i 42 e i 50 giorni: sono poco di più di pulcini quando vengono abbattuti, ma i metodi intensivi li rendono otticamente adulti perché sono allevati per crescere molto più velocemente di quanto dovrebbero, così in fretta, che se non fossero macellati, morirebbero comunque. Un vero corpo in prigione il loro.

Inoltre 175 milioni di conigli da carne vengono macellati in Italia all’età di quattro mesi, tutti trascorsi in gabbia, come anche i suini.

Senza contare il problema maggiore: più della metà degli agnelli venduti in Italia vengono importati vivi da Spagna e Paesi dell’Est per essere macellati qui in seguito a trasporti a lunga distanza; mentre, secondo la CIWF, tutti gli animali dovrebbero essere macellati vicino al loro luogo di allevamento.

Al di là delle scelte personali dunque, anche per chi sceglie di alimentarsi di carne, è auspicabile interessarsi sempre al tipo di consumo: evitare le distribuzioni di massa, i cui prezzi, seppur convenienti, ripagano costi di produzione del tutto disequilibrati, e rivolgersi alle macellerie che preservano filiere produttive sostenibili.

Mirella Prandelli

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