Da anni è noto il fatto che un terzo del cibo prodotto al mondo per consumo umano va perduto. Secondo uno studio della FAO del 2011, ogni anno i Paesi industrializzati gettano più di 222 milioni di tonnellate di cibo, quantità che equivale all’intera produzione alimentare netta dell’Africa Subsahariana.

Risorse Agricole sprecate media globale per secondo

Non solo la produzione alimentare del cibo pro-capite dei Paesi sviluppati è, nei casi più fortunati,  il doppio rispetto a quella dei Paesi in via di sviluppo: di questi 900 kg annui individuali, almeno un terzo viene sprecato, ovvero cibo incolume che finisce nella spazzatura. Mentre, per i Paesi periferici, si parla invece di perdite, ossia di prodotti che vengono persi a causa della mancanza di infrastrutture di produzione e conservazione adeguate.

Ma questi numeri li conosciamo già.

È ulteriormente interessante approfondire questo discorso, soprattutto in termini di risorse agricole dissipate: naturalmente è già paradossale pensare a tutto questo cibo sprecato, ma il discorso ricade su tutta la filiera produttiva agro-alimentare e sulle risorse utilizzate.

In vista dell’Expo 2015, il cui nobile obiettivo, comunque in secondo luogo rispetto alla promozione commerciale, è la sensibilizzazione alla sostenibilità del sistema di nutrizione globale, può essere curioso visitare questo sito: http://worldfoodclock.com/.

Qualche numero:

In media, delle circa 160.000 tonnellate di cibo prodotte al mondo al secondo, almeno 55.000 vengono buttate.

Nella produzione agricola globale, in dieci minuti sono utilizzati circa 5.000 tonnellate di carburante Diesel, 128.000 gigajoule di energia, 7.000 tonnellate di fertilizzante e ben 120 milioni di tonnellate di acqua.

In un quarto d’ora, circa 60.000 ettari di terra dei totali destinati alla produzione agricola, producono cibo che viene successivamente sprecato; inoltre, solo dallo stesso cibo gettato, derivano circa 170.000 tonnellate di gas serra.

Nella stessa soglia di tempo si stima che sia perduto cibo per un valore di 45 milioni di dollari americani, mentre il numero di popolazione che soffre di denutrizione ammonta a 842 milioni di persone.

Immediatamente sorge una domanda spontanea: questi numeri sono reali? Il sito assicura che i dati sono basati su report stimati e periodicamente aggiornati da FAO, Organizzazione per il Cibo e l’Agricoltura delle Nazioni Unite e IMECHE, Istituto di Ingegneria Meccanica Britannico che si dedica ad ottimizzare i funzionamenti delle attività mondiali.

È inoltre specificato che i valori indicati dall’orologio corrispondono alla media per secondo dell’anno 2014.

Ammettiamo pure che queste cifre siano approssimative, magari per eccesso. Ammettiamo anche solo di dividerle a metà: fa differenza?

Il problema non consiste nell’indovinare quale numero si avvicini maggiormente alla realtà, bensì nel prendere consapevolezza di come una logica sbagliata, sia ideologicamente sia economicamente, sta causando danni non del tutto reversibili al pianeta e alla popolazione umana.

Mirella Prandelli

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