Antonio Scaccio: armonia vegetale in cucina – Di orgini siciliane, grande conoscitore della cucina vegetariana, autore di numerose pubblicazioni e di un seguitissimo sito: ecco a voi l’intervista allo chef Antonio Scaccio.

Antonio Scaccio: armonia vegetale in cucina - Cucina Semplicemente

Antonio Scaccio: armonia vegetale in cucina . Cucina Semplicemente – Fotografia di Antonio Scaccio

1.Oggi è di moda parlare e discutere di cucina, come vede il mondo della ristorazione italiana?
Molta confusione da parte di tanti, soprattutto nelle scelte e nel pensare che la cucina sia un gioco. Con l’avvento dei programmi televisivi che pur di vendere e fissare la gente al teleschermo, ha creato prima dei miti quasi oramai dello spettacolo e dopo ne ha reso partecipe anche il consumatore, di qualunque categoria. Da un lato ha sminuito quello che la vera cucina ha da dire, creando talvolta aspettative che dopo non arrivano, dall’altro però ha messo in circolo le differenze e la voglia di distinguersi soprattutto considerando la qualità, la conoscenza e quindi acquisire esperienza. Molte volte nelle discussioni su format televisivi correnti, mancano quelle che sono le vere peculiarità e attenzioni di un cibo sano.
Il perché è sempre dimostrato dalle pubblicità e quindi dagli sponsor, dove questi non esisterebbero.
La ristorazione Italiana sta migliorando, anche se in passato siamo stati dei pessimi venditori e per tanto tempo abbiamo valutato poco i nostri prodotti. Ma adesso con le campagne contro gli ogm e una più assidua condotta naturale e divulgativa informazione sui prodotti Bio, Biodinamici e lotta integrata, vedo dei risultati ottimi, inerente la conoscenza la scelta e un rispetto più attento ai vari organismi che manifestano una salvaguardia alla natura.
Ecco che molti ristoranti hanno allargato i loro menù anche a quelle filosofie o esigenze di vita che erano solo dedite a quelli specializzati. Anche se avvolte siamo presi da inseguire stelle e stellette di merito e perdiamo di vista il filo conduttore con la vita e con le persone, posso dire che la nostra ristorazione si sta distinguendo bene, dobbiamo migliorare soprattutto chi ci amministra a livello di diffusione e a livello politico. Credo che bisogna fare delle scelte e attenzioni e non finalizzare il tutto sul danaro e interessi personali.

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2. Se dovesse mai decidere di abbandonare l’Italia, dove crede che la sua cucina potrebbe avere maggiore successo?
Beh io sono un amante del caldo, quindi dove il sole possa esser più presente, tra centro-sud America, India, ma soprattutto del bacino mediterraneo sono molto orientato per le isole della Spagna.

3. Qual è secondo lei l’aspetto meno valorizzato dell’universo culinario al giorno d’oggi?
La consapevolezza dell’equilibrio, in un contesto di esagerazioni, schermature, restrizioni, sfruttamento, intensificazione e poco rispetto per il mondo intero riverso a tutto e tutti. Ci lasciamo trascinare dall’ego di ognuno di noi per una ragione o l’altra, quindi la conoscenza più profonda con coerenza e rispetto per una coscienza migliore, sarebbe la giusta valutazione.

4. Qual è la vera dote di uno Chef?
Lo Chef è un capo, i capi conoscono, sanno e insegnano, la dote per uno chef è una grande responsabilità, ed è stata attribuita con troppa facilità a tanti che dovrebbero acquisire più esperienza. Uno chef è a 360° e sa gestire un team di cuochi. Comunque uno chef deve essere oltre che creativo, avere la dote del rispetto e di farsi rispettare, ma dando il buon esempio. Un carattere forte, coerente, anche con la giusta dose di umiltà e coraggio lo chef affronta la sua giornata in cucina, grande attenzione a quello che ruota intorno a lui, cercando di non tralasciare nulla.

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5. Quali sono le caratteristiche fondamentali che l’hanno portata a distinguersi nel panorama culinario?
Ci sono voluti tanti anni prima che ho trovato il giusto equilibrio, ma negli anni mi sono sempre reso conto che stavo facendo la giusta cosa , soprattutto per me, ma anche per chi mi conosceva. Dopo anni di lavoro agli inizi con dei veri chef, mi sono dedicato ad essere autodidatta, formando e creando un mio proprio stile di cucina. Comunque la conoscenza degli ingredienti, e sfruttare in attivo i propri sensi sono fondamentali importantissimi, come quello della comunicazione e del convivio a tavola.

6. Secondo noi la cucina è arte: ma quando, a suo avviso, cucinare diventa espressione artistica?
È una definizione che ho voluto sempre citare nei miei scritti, ma è vero che diventa arte quando la forma creativa di una pietanza va oltre distinguendosi per bellezza e sentimento, cioè bisogna che trasmetti qualcosa di emozionale, ecco la funzione dell’arte che è emozione.

7. C’è un piatto che avrebbe voluto inventare?
Essendo di definizione autodidatta, per me è tutto inventato ogni giorno che passa, non mi lascio trasportare dall’invidia ma per l’amore di una cosa che è stata inventata, apprezzandole le qualità, del resto le nostre invenzioni non sono che evoluzioni di prototipi e bozze di altri dove dopo c’è stata una affinata ricerca e miglioria. Ma comunque è sempre bello che vi sia il rispetto a tutti coloro che hanno dato e lasciato un segno nella storia della cucina, così dando a tutti noi la possibilità di proseguire e migliorarci con le nostre scelte.

8. Perché la cucina in tv ha avuto così successo, secondo lei?
Ha dato la possibilità a molti di eseguire questa passione, avvolte trasformandola in opportunità di lavoro. È anche esagerata e troppo blasonata, non c’è programma in tv che non vi sia la cucina , dove molte volte non viene rispettata la vera professionalità. Comunque è il fenomeno del momento, il cibo. La cucina è un elemento vitale è importante nella nostra natura, quindi ne siamo coinvolti anche per l’immediatezza di avere le ricette e come svolgerle, inoltre come dicevo prima anche il fatto di potere partecipare un programma ed essere visibili, porterebbe questo fenomeno che purtroppo ci lega ad avere notorietà, visto che in altro modo la via sarebbe lunga e tortuosa. Ma confido sempre nelle buone scelte e nei buoni programmi fatti con professionalità e veri esperti.

9. Lei non ha mai pensato di andare in tv?
Certamente, ma legato sempre a qualcosa di etico professionale, comunque ho fatto alcune apparizioni anche se brevi, sono in attesa di altre visto che mi hanno contattato e interessati a me, ma in tv si va anche di attese, siamo in tanti.

10. Che consiglio darebbe a un giovane Chef?
Di svolgere sempre la propria affermazione con umiltà e attenzione, di allargare le conoscenze e non fossilizzarsi con i copia e incolla che tanti e tanti fanno. Ricordarsi che la semplicità è alla base di tutto e la più difficile da eseguire.

11. Quali sono i suoi nuovi progetti?
Mi occupo di eseguire tanti corsi di cucina di carattere formativo per conto di molti esercizi indetto dalla Cescot confesercenti in Emilia Romagna, ma tanti di carattere amatoriale in giro per l’Italia, ho terminato con i grandi yacht di lusso, dedicandomi in pieno già da tanti anni alla divulgazione del sano cibo, dall’ingrediente alla trasformazione, non come privazione ma come piacere di tutto il suo contesto. Eseguo e eseguirò altri show cooking, corsi ed eventi per tante realtà della buona e anche alta cucina sia a 360° che anche di carattere vegetariano e vegano in tutta Italia ed estero. Collaboro con la Ecor –Naturasì di Verona e Conegliano Veneto (TV) per questo tipo di divulgazione soprattutto inerenti al biologico e biodinamico. Non mancheranno altre aziende legate allo stesso principio divulgativo, comunque sono anche in cerca di potere mettere in atto un locale dove attuare e avere un punto di riferimento per tutto quello che faccio.

 

Vi consigliamo di visitare anche il sito dello chef Antonio Scaccio.

 

Monica Martino

 

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