Odi et amo!

Non ce ne voglia Catullo se paragoniamo un semplice legume all’affascinante fanciulla a cui lui dedicò la poesia, ma noi oggi ci riferiamo alla soia. Ebbene sì, perché è indubbio che di questi tempi quando si parla di soia ci si divida tra chi la ama e chi la odia.

Se ancora non avete le idee chiare e non siete sicuri dei vostri sentimenti per questo alimento, o magari siete già schierati tra fervidi consumatori o accaniti boicottatori, vi invitiamo comunque a leggere l’articolo per una riflessione doverosa e necessaria su questo alimento tanto famoso quanto discusso, perché è sulle nostre tavole molto più spesso di quanto si possa immaginare.

Soia sì, ma bio!

Pensate, la soia è il legume più consumato ormai a livello globale. E questo non perché i vegetariani e i vegani ormai stiano conquistando il mondo, ma semplicemente perché è diventata parte fondamentale dell’alimentazione degli animali da allevamento. I bovini che in origine si nutrivano esclusivamente di foraggi, sono ora stati selezionati per crescere velocemente e produrre massa in pochissimo tempo, dunque devono essere alimentati con prodotti altamente proteici, come la soia.

Ed è proprio questo il motivo per cui alcune famose multinazionali hanno investito nella genetica, modificano il DNA di alcuni vegetali, in primis la soia appunto, per avere nuovi organismi da coltivare, resistenti agli erbicidi e in grado di garantire una resa maggiore al coltivatore. Ecco dunque da dove è stata partorita la famigerata soia transgenica.

OGM sì! OGM no!

Da tempo ormai ci dibattiamo sulla questione: gli OGM fanno bene o fanno male? Partiamo da un semplice principio e cerchiamo di adottarlo quando facciamo la spesa, ovvero quello della precauzione, un organismo geneticamente modificato è un qualcosa di nuovo per l’ambiente e per il nostro organismo, e dal momento che non ne conosciamo i reali effetti, meglio dirigersi su alimenti noti e che consumiamo da sempre.

Il biologico

Giustamente, direte voi, come facciamo a scegliere? Nelle etichette non c’è la dicitura “qui soia transgenica”. Come destreggiarsi dunque? La questione non è semplice, ma un’àncora di salvezza c’è: il biologico. Il protocollo bio a cui aderiscono le aziende certificate infatti, ci mette al riparo dagli OGM, e ne esclude a priori la presenza. Su possibili contaminazioni ovviamente solo rigidi controlli e analisi approfondite possono garantircene la totale esclusione, ma possiamo rassicurarci, come clienti e consumatori che l’acquisto di soia biologica è garanzia di OGM FREE.

Perché e quanta consumarne?

Conosciamola da vicino: è considerata il legume più proteico, seconda forse solamente al lupino, rappresenta dunque una validissima alternativa alle proteine animali, per chi vuole cambiare dieta, per chi desidera alleggerirsi o semplicemente variare ogni tanto il proprio regime alimentare. È ricca anche di grassi insaturi, quei famosi grassi che tutti cercano per combattere il colesterolo cattivo. Noti studi ne dimostrano proprio la capacità di svolgere funzioni cardioprotettive. Inoltre, grazie ai fitoestrogeni, ovvero gli ormoni vegetali, naturalmente contenuti in questo legume, la soia viene spesso indicata come benefica per la salute delle donne.

In queste poche righe ci verrebbe da dire: “ma allora consumiamo soia tutti i giorni”. È questa la prima reazione, quando ci dicono che fa bene, è versatile ed è adatta ai vegetariani e vegani. Viene vista un po’ come la salvezza da quelle madri colpite da un figlio appena convertito al veganismo, oppure dagli intolleranti al lattosio che finalmente possono tornare a fare colazione con latte e caffè, dai vegetariani e vegani stessi che la consumano in grandi quantità.

In effetti la soia è un alimento talmente versatile e talmente lavorato in maniere differenti che la troviamo in molteplici vesti: dal latte per la colazione, addizionato con calcio, aromatizzato alla vaniglia o al cacao, alla farina, alla pasta, per non parlare della miriade di prodotti come tofu, tempeh, burger, preparati per spezzatini, ragù, polpette.

Insomma ne inventano ogni giorno una nuova con questa soia. Una vera ricchezza per l’industria alimentare e per i consumatori. E come dicevamo prima, è spesso in molti alimenti, anche se non lo sappiamo, come le lecitine e gli emulsionanti, perfetti per addensare e dare fragranza ai prodotti dolciari e da forno.

Dunque è molta la soia che ci circonda. Dobbiamo preoccuparci? Appaiono spesso articoli in cui la soia viene letteralmente condannata da nefaste descrizioni. In campo medico l’unica avvertenza per limitarne l’uso è specifica per quei casi in cui sia conclamato un mal funzionamento della tiroide, l’ipotiroidismo, ma in questo campo gli studi sono ad oggi molto controversi.

Niente allarmismi!

Consideriamo innanzitutto che la soia è un legume e come tutti i legumi ha pregi e difetti. Le sue proteine vegetali ci fanno bene, ma alcune sostanze, come i fitati, naturalmente presenti, non sono così benefici, e un consumo eccessivo può creare dei disturbi a livello di assorbimento di minerali da parte del nostro organismo. La soluzione è molto semplice: cerchiamo di consumarla consapevolmente, senza abusarne. Ricordiamoci che di cibi davvero neutri o benefici al 100% per il nostro organismo sono pochissimi, ogni cibo è potenzialmente dannoso se consumato in maniera spropositata.

Così come una dieta ricca di proteine animali è ormai da sconsigliare, anche una dieta basata esclusivamente su quelle della soia è da evitare. Il concetto fondamentale, che ci salva sempre, è quella di variare le proprie fonti proteiche. In campo vegetale ci possiamo sbizzarrire: passiamo dai legumi, ai cereali, ai semi oleosi. Se siamo intolleranti al lattosio e la soia è la nostra amica della colazione, impariamo anche che esistono molteplici alternative a questa bevanda, ma non per temerla, ma per sfruttare al meglio la varietà ormai presente sul mercato che non può farci che bene. Latte di mandorla, di avena, di riso, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta!

Inoltre esiste la conoscenza di quegli alimenti a base di soia che sono da preferire rispetto ad altri: sono i prodotti a base di soia fermentata. Ebbene sì, i fermentati di soia appartengono a quella scienza millenaria che ha visto nascere il consumo di soia per uso umano, ovvero quella orientale. Quando l’uomo ha iniziato a consumarne, per renderla più digeribile e degradare quelle sostanze maggiormente dannose per l’organismo, come quelle che abbiamo visto prima, ha iniziato a farla fermentare.

In questo processo la soia perde la quasi totalità di sostanze nocive trasformandosi in diversi prodotti benefici, largamente utilizzati dalla macrobiotica, scienza e filosofia che di cibo e salute la sa lunga. Ecco dunque che nascono le salse di soia, si chiamano shoyu e tamari, e sono dei condimenti speciali, così come il miso, per la famosa zuppa, un tocca sana per l’intestino, e il tempeh, un prodotto poco conosciuto ma dalle molteplici virtù, tra cui l’alta digeribilità.

Leggere bene le etichette

Da oggi non dovremo più temere la soia, ma nemmeno mangiarla tutti i giorni, consumiamola serenamente nelle giuste proporzioni, senza farne il sostituto universale per ogni pietanza, ma un alleato in più per variare a tavola. Ricordiamoci inoltre di leggere bene le etichette dei prodotti che acquistiamo, non abbassare la guardia sulla sperimentazione agricola e alimentare della soia transgenica e scegliere soia di qualità, ovvero biologica! La soia più utilizzata è quella gialla, ma esiste anche nera, varietà più pregiata, dal gusto simile, contiene livelli di grassi insaturi maggiori della gialla, dunque combatte ancora meglio il colesterolo cattivo.

 

Alessandra Lucentini

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