Con quel sapor mediorientale…

Avete presente quei semini color nocciola, piccoli e leggermente allungati? I semi di sesamo, esatto, ora prendetene una tazza, tostateli per qualche istante in una buona padella antiaderente e frullateli ripetutamente – l’importante è che il tritatutto abbia una buona potenza e un set di lame basse – aiutatevi magari con un cucchiaio di olio di mais o di girasole, e otterrete così il tahin, ovvero una pasta morbida e profumatissima, dai mille utilizzi e altrettante virtù.

Il tahin: il burro buono di sesamo.

Di origine mediorientale, questa pasta burrosa, è largamente utilizzata in moltissime ricette sia dolci che salate di questi paesi, mentre dalle nostre parti o non si conosce affatto, oppure la si utilizza pochissimo, magari per uno o due piatti etnici. Famoso infatti è l’hummus, una deliziosa crema ottenuta frullando insieme ceci lessati, succo di limone, olio extra vergine di oliva e pasta di sesamo, perfetta per accompagnare polpette, riso, cous cous, verdure e ideale per farcire panini. Di solito per chi si cimenta in cucine alternative, vegetariane, etniche e vegane, un buon hummus rappresenta la base da cui partire, la ricetta perfetta con cui presentarsi alle cene fra amici e per far contenti sempre tutti. Ma poi, quasi sempre, quel vasetto di tahin, rimane giacente nel frigorifero, con tutta la sua potenzialità inespressa, perché purtroppo, oltre alla ricetta sopra menzionata, non sappiamo bene come e quando utilizzarlo. Ma è ora di dire basta a quei vasetti dimenticati, e di riscoprire un alleato di gusto e benessere. E per chi poi non l’avesse mai assaggiato è giunto il momento di aggiungere un amico in più in dispensa.

Per iniziare ad avere confidenza con questo alimento, è bene chiarire subito che il tahin non è una crema da spalmare tal quale sul pane, come fosse una maionese. Nessuno ve lo impedisce certo, ma sarebbe un peccato vedere poi smorfie di scarso apprezzamento, perché il gusto del tahin, potrebbe risultare leggermente amarognolo, e questo dipende molto dalla marca che avete scelto e dalla tostatura dei semi che è stata eseguita. Nel dubbio, come primo approccio, mescolatelo con altri ingredienti, per apprezzarne gradualmente il sapore, e poi chissà che non diventiate degli amanti anche del tahin puro.

Perché utilizzare il tahin?

Nella nostra società, sempre più a rischio osteoporosi, siamo continuamente alla ricerca di fonti di calcio, e gli integratori abbondano nelle farmacie, nei supermercati fioriscono miracolosi yogurt da trangugiare al mattino, e lo spauracchio di essere in deficit da calcio è sempre in agguato. E allora ecco il nostro integratore naturale, buono e versatile, proprio lui, il tahin. Ebbene sì, possiamo nominarlo come il re del calcio, i semi di sesamo infatti ne contengono moltissimo, e tutto disponibile per il nostro organismo. Anche le vitamine sono presenti in questo interessante alimento, soprattutto quelle del gruppo B. Per non parlare poi di quei famosi omega 3 e omega 6, i grassi buoni per il nostro organismo, i semi di sesamo ne sono ricchissimi e sono dunque degli ottimi alleati per mantenere ben fluido il sangue nelle arterie e proteggere così il nostro sistema cardiovascolare. Vale proprio la pena di conoscere il tahin più da vicino.

Ma come si usa?

Bene, adesso che siamo convinti che il tahin sia un prezioso alimento per la nostra salute, ci resta comunque il dubbio sul suo utilizzo in cucina. Vediamone insieme la versatilità. Punto di partenza, considerare il tahin come un vero e proprio burro, in effetti come crema è molto grassa, ve ne accorgerete, e si presta pertanto ad essere mescolata ad altri ingredienti, emulsionata, frullata, è ottima per mantecare qualsiasi piatto necessiti di quella nota di morbidezza in più. Per esempio, avete mai pensato di sostituire con il tahin il burro nel purè o nel risotto? Vi sorprenderà, sarà capace di rendere delle semplici patate lesse schiacciate una cremosa e ricca purea, ne arricchirà il gusto, così come la consistenza, e sicuramente ci saremo fatti del bene, eliminando il classico burro, carico di colesterolo, un esperimento da provare ogni tanto. Possiamo poi ricordarci del tahin quando vogliamo mantecare un risotto, nella fase finale di cottura aggiungere un cucchiaio o più, a seconda dei gusti, regalerà morbidezza al piatto, facendoci risparmiare anche in questo caso sul colesterolo cattivo.

Anche a colazione

Il tahin come abbiamo visto è costituito esclusivamente da semi di sesamo, a volte con l’aggiunta di una piccola percentuale di olio, pertanto è un alimento calorico, fattore da non trascurare quando ci troviamo a fare i conti con le calorie. Ma l’importante è non perdere mai di vista l’obiettivo del nutrirci bene, anche in una dieta, quando le porzioni si riducono e aumenta la sofferenza per vedere limitati alcuni cibi, ricordiamoci che le calorie servono, soprattutto in alcune fasi della giornata, come il mattino. Dunque non lesiniamo sull’apporto calorico a colazione, bilanciamo adeguatamente le porzioni di carboidrati, vitamine, proteine e fibre e non facciamoci mancare le calorie, quelle buone dei semi di sesamo, in questo caso, ci regaleranno energia da spendere durante l’arco di tutta la giornata. A colazione infatti, possiamo risparmiare sui grassi saturi del burro e concederci i grassi benefici del tahin. Se mescoliamo due cucchiai di un dolcificante naturale, come il malto di riso o lo sciroppo d’agave, a un cucchiaio di tahin, otterremo una crema corroborante, perfetta da spalmare su pane tostato, fette biscottate, o da aggiungere a un muesli o allo yogurt con frutta. Sicuramente versatile questa salsa di sesamo, vero?

Dove si acquista e come si conserva?

Ora non ci resta che provare, e magari andare a scovare nel frigorifero quel vasetto rimasto quiescente dall’ultima volta che abbiamo preparato l’hummus per gli amici. State tranquilli, sulla conservabilità di questo alimento non abbiate timori, basta tenerlo ben chiuso, al buio possibilmente, in frigorifero va benissimo, e la data di scadenza sarà fedelmente quella riportata sulla confezione, anche a vasetto aperto. L’alta percentuale di olii presenti, ne garantisce la buona conservazione. Se doveste notare una separazione tra l’olio, in superficie, e una densa pasta sul fondo, nessuna paura, basterà dare una bella mescolata per far tornare il tahin omogeneo e pronto per essere utilizzato.

Ormai acquistare il tahin è diventato semplicissimo, un tempo era un prodotto esclusivo dei negozi biologici e dei negozi arabi, o etnici in generale, oggi è diventato un prodotto presente anche nei supermercati, magari nelle catene più famose e nei negozi più grandi, dove il reparto etnico è più curato e assortito. Se dobbiamo effettuare una scelta, ovviamente il consiglio è quello di provare a sperimentare marche diverse, troviamo vari tipi di tahin, da scuri a chiarissimi, da fluidi a più pastosi, con sapori più forti o estremamente amabili, cercate quello più vicino alle vostre papille gustative. Nella scelta non dovremmo nemmeno trascurare il tipo di confezione e quando possiamo, prediligiamo quelle marche che vendono il prodotto in vasetti di vetro. Il motivo è molto semplice, il tahin è un concentrato di olii e come tutti i prodotti oleosi, il contatto prolungato in contenitori di plastica è da sconsigliare, l’unico materiale veramente idoneo a conservare alimenti di questo tipo è il vetro, che non rilascerà mai nell’alimento sostanze indesiderate.

Il tahin, o se ci piace di più chiamiamolo burro di sesamo, è un alimento ricco e benefico, rappresenta il bello della globalizzazione, porta infatti sulle nostre tavole la sapienza di quei popoli mediterranei un po’ più a Oriente di noi. E ci fa scoprire un gusto nuovo, da assaporare nelle tipiche ricette, come la crema di ceci menzionata prima, o la salsa di melanzane, detta babaganoush, ma si presta ad essere italianizzato quando la fantasia e la voglia di sperimentare in cucina non mancano…non ci resta che iniziare.

 

Alessandra Lucentini

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