Cosa mangiamo a Natale?

Ecco che finalmente torna il Natale con le sue luci colorate, le atmosfere ovattate, i biscotti allo zenzero, i mille pacchetti e pacchettini da incartare, gli addobbi…ma ecco che torna anche lui, il tormentone: cosa mangiamo a Natale? La domanda serpeggia già da qualche settimana, la mamma, scrupolosa, gioca in anticipo e ci pungola da tempo sulla questione, mentre la zia terrorizzata dai nipoti vegani è lì che si tormenta sul menu, e quasi quasi manda a monte l’invito, e i nonni? Anche loro non ne vogliono sapere di rinunciare al cotechino. Come risolvere l’annosa domanda, che mette in crisi proprio tutti? Perché diciamocelo, di questi tempi ormai, almeno un vegetariano che si rispetti in ogni famiglia c’è, e se poi è vegano, l’allarme menu sale al codice rosso.

Vediamo insieme come accogliere con gioia questo momento di festa irrinunciabile, senza trasformarlo in una piccola tragedia, ma cercando di mettere d’accordo tutti, grandi e piccini, onnivori e vegani.

Vegan Christmas!

Il bello del pranzo di Natale…

Partiamo dal presupposto che a scendere in campo, o meglio in sala da pranzo, quel giorno saranno i nostri parenti o gli amici più cari, con cui è bello festeggiare e non lottare per far vincere un’ideologia culinaria, o una filosofia di vita. Dunque il bello del pranzo di Natale è che deve rimanere un’importante occasione di festa, e questa cosa vale per tutti.

Se abbiamo cambiato il nostro modo di vedere il mondo e il cibo, e siamo diventati vegetariani o vegani, per quanto possiamo sforzarci di far capire il nostro punto di vista, che ci sembra il più etico, il più sostenibile, l’unico vero modo di concepire la realtà, dobbiamo sempre tenere presente una cosa: il nostro cambiamento può apparire all’esterno come un qualcosa di strano, di esagerato, di pesante. Sì, perché per quanto si possa fare campagna pubblicitaria sullo stile di vita vegan, sui vantaggi per salute e ambiente, molto spesso i più grandi fallimenti e contrasti si hanno proprio in famiglia, dove il cambiamento è visto con ostilità o comunque non condiviso.

Figuriamoci poi, se a causa della nostra presenza i piatti della tradizione vengono eliminati e il ragù della nonna viene bandito, il pollo della zia bannato e guai a chi confeziona una crema al mascarpone per il panettone. Attenzione dunque a non trasformarci in guasta feste, sì perché per chi non condivide il nostro regime alimentare, ogni cambiamento è visto come una rinuncia, e questa associazione deve essere evitata nel modo più assoluto. Il concetto che la diversità spaventi, è estensibile anche al cibo, e la diffidenza verso il mondo vegetariano e vegan è normale tra i cosiddetti onnivori.

Ma niente paura, basta trasformare diversità e diffidenza in un motivo in più per fare festa. E questo spetta a noi che abbiamo fatto il grande passo, sì perché dentro alla nostra scelta possiamo trovare le motivazioni che ci spingeranno a cucinare e a superare noi stessi per portare in tavola cose buonissime e saporite, belle da vedere e che conquisteranno tutti…o per lo meno proviamoci!

Altro incarico: proviamo con delicatezza a fare piccole modifiche al menù tradizionale, ma niente forzature, al massimo cuciniamo qualcosa in più e lasciamo la libera scelta ai commensali. E ricordiamoci, a nessuno piace sentirsi giudicato, e dunque portiamo pazienza se in tavola saranno presenti prodotti a noi non graditi, l’importante è che ci sia la scelta anche per noi. E poi, riflettiamoci: da quell’assaggio da noi offerto con il sorriso, potrebbe scaturire un nuovo interesse, un avvicinamento proprio da parte dello zio più scettico, che magari inizierà ad apprezzare questo tipo di cucina e a volerne sapere di più. Ottima mossa.

Il cibo è convivialità

Il cibo in fin dei conti è convivialità da sempre, ha un grande risvolto psicologico su ognuno di noi: ha una valenza che va oltre il desiderio di mangiare qualcosa di buono. Va oltre la gola: è simbolo di unione, di festa, di vicinanza, pertanto sarebbe un peccato che proprio a causa di chi ha scelto la libertà e il rispetto per tutte le forme di vita, questo ingranaggio si inceppasse, perdendo il senso di questi valori. Troviamo la volontà per accettare chi ancora non molla il parmigiano, i tortellini al brasato, il pollo arrosto e tutto il resto, perché rimane comunque un invitato, e magari è il papà, o la nonna e merita il nostro sorriso e la nostra presenza comunque. Menù a parte, non facciamo i separatisti.

E ora iniziamo a pensare davvero a cosa vorremmo cucinare per il grande giorno, e impegniamoci a rimanere conviviali e invitabili, senza polemiche e senza tristezze a tavola, è un giorno di festa ricordiamocelo, trascorriamolo con serenità.

Dunque, sotto a sfogliare le riviste di cucina naturale, sono piene di mille idee fantastiche e coreografiche, sarà impossibile resistere di fronte a un arrosto di sedano rapa, per non parlare del parmigiano vegano o delle cotolette impanate del medesimo, un successo assicurato. Proponiamo delle lasagne con ragù di soia, a prova del più esigente degli invitati, ricordiamoci di trattare il nostro granulare di soia, come se fosse un macinato, rosoliamolo negli aromi, sfumiamolo con il vino rosso, non dimentichiamoci dei sapori di casa insomma e cerchiamo di riprodurli il più fedelmente possibile. Altri grandi alleati, per riprodurre spezzatini, ragù, polpettine appetitose sono il seitan e il tempeh. Entrambi saranno apprezzatissimi dai nostri commensali. Possiamo sbizzarrirci e riprodurre sapori, colori e consistenze della tradizione, basta giocare con gli aromi e il risultato non mancherà di stupire anche voi.

Il web poi, è pieno di menù natalizi che possono mettere tutti d’accordo, non azzardiamo sapori e consistenze inusuali se il nostro pubblico è un affezionato delle lasagne, sarebbe una sofferenza per i nonni trovare un cous cous al profumo di cumino e coriandolo. Rimandiamo i pranzi etnici a quando avremo la certezza di fare cosa gradita. Ma le possibilità e le ricette non mancano, nessuno si accorgerà della maionese 100% veg, vi chiederanno il bis di quella saporitissima insalata russa dell’antipasto. Se poi alla maionese aggiungiamo dei capperi e dei cannellini e frulliamo il tutto otterremo una crema deliziosa, per un pinzimonio creativo e davvero gustoso.

Missione segreta!

Il segreto, spesso, è quello di inserire i propri piatti con semplicità e delicatezza, quasi in missione segreta, senza sbandierare ai quattro venti: è una maionese vegana! è un ragù di soia! Il più delle volte, tutti mangeranno felici, senza farsi domande, e senza essere prevenuti, spesso è l’etichetta che ci ferma, ci irrigidisce e ci crea un giudizio a priori. Se le lasagne saranno buonissime, nessuno dovrà sapere esattamente con cosa non erano fatte, lasciamole passare come classiche e non si creeranno i presupposti per polemiche, critiche o insofferenze, ma ci sarà spazio solo per la gioia di stare insieme.

Quando desideriamo essere capiti nelle nostre scelte, possiamo solo fare il primo passo verso gli altri, non esistono idee buone accettate con sforzo, o imposte con un atteggiamento prepotente. Il rispetto, anche se costa fatica, dobbiamo mostrarlo noi per primi, e di fronte alla nostra tranquillità, anche i più accaniti carnivori, smetteranno di punzecchiarci a tavola con mille domande, e senza ombra di dubbio faranno incetta di quei meravigliosi tartufini al cacao…senza uova, senza grassi…ah no, dovevamo mantenere il segreto!

Buone feste qualsiasi sia il vostro menu, che siano buone e piene di gioia.

 

Alessandra Lucentini

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