Celiachia, una malattia subdola e fastidiosa, in aiuto il CNR di Napoli con un nuovo strumento diagnostico.

La nuova tecnica è stata frutto delle sperimentazioni del Cnr di Napoli, e permette di identificare la proteina che aiuta a sua volta ad individuare il glutine nascosto nei  prodotti d’uso comune.

La nuova metodologia è stata messa a punto da un team di ricercatori, coordinato da Sabato d’Auria, dell’Istituto di Biochimica delle proteine, ed è basata sulla spettroscopia di fluorescenza di correlazione (FCS).

celiachia e frumento

“Il glutine si trova principalmente nei cibi ma può nascondersi anche in altri prodotti di uso comune, come adesivi di buste e francobolli, medicinali e vitamine” spiega il ricercatore Sabato d’Auria “e poiché il soggetto intollerante tratta il glutine come fosse un agente infettivo verso cui l’intestino tenue risponde con una reazione immunitaria che ne causa il suo danneggiamento e la conseguente inabilità ad assorbire altri nutrienti dal cibo. E’ molto importante, quindi, che il soggetto celiaco non ne ingerisca la benché minima traccia”.

Esistono già molti prodotti in commercio, classificati come “gluten free”, liberi da glutine, ma l’informazione commerciale a volte può risultare ingannevole.

“Ad esempio una pizza o un prodotto cosmetico” aggiunge d’Auria “etichettati senza glutine potrebbero contenerne bassissime quantità senza che i produttori ne siano a conoscenza, vista la bassa sensibilità dei test attualmente utilizzati. Il nostro metodo basato sulla FCS, quindi, si presenta di notevole aiuto ai fornitori, che lo potrebbero incorporare direttamente nelle loro linee di produzione“.

Ma il lavoro dei ricercatori napoletano vorrebbe arrivare ben oltre, cioè consisterebbe nel miniaturizzare il saggio FCS per renderlo più semplice e permettere di utilizzarlo anche a persone non specializzate, come chiunque soffra di celiachia.

a cura di Guido De Togni

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