Slow Food: solo per ricchi? – La buona alimentazione è un lusso che la classe media non può permettersi. Queste le conclusioni di un’autorevole ricerca britannica.

Slow Food: solo per ricchi? - Cucina Semplicemente

Slow Food: solo per ricchi? – Cucina Semplicemente

Sembra infatti che il prezzo del cibo pulito e giusto continui a crescere, mentre quello dei prodotti con alto valore calorico rimane stabile ed economicamente conveniente. Come mai?

Chi mangia sano ha un tenore di vita e un reddito elevato. Lo rivela uno studio del Centro di Ricerche sull’Alimentazione dell’Università di Cambridge, che, in seguito ad un monitoraggio sulle vendite in Gran Bretagna dal 2002 al 2012, evidenzia come gli alimenti salutari (frutta e verdura in particolare) abbiano subito un costante aumento dei prezzi, contro il prezzo stabile del junk food, ad alto tasso di carboidrati, grassi e zucchero.

La ricerca ha interessato i 94 prodotti più consumati della nazione per un lasso di tempo di 10 anni, controllati grazie alla partecipazione di 1491 adulti, che hanno acconsentito a segnalare tutto quello che acquistavano per mangiare. Ogni prodotto è stato categorizzato per valori nutrizionali, e posizionato su una linea che andava dai cibi meno sani a quelli più salutari, secondo i parametri della Food Standard Agency. Ne è emerso che la media per prezzo di 1000 calorie di junk food è di 2,50 sterline, contro le 7.50 dei cibi più salutari.

Si tratta di un problema globale, che influenza anche la salute dell’intera popolazione mondiale. Il redditto per acquistare cibi salutari, come anche il tempo per comprarlo e prepararlo sono un lusso che il consumatore medio della società contemporanea non può permettersi. Secondo il progetto dello UK Health Centre in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità presentato al Convegno della Società Cardiologa Europea del maggio 2013, la percentuale di obesità in Europa è destinata a crescere costantemente fino al 2030. La ricerca stima che gli effetti di questa epidemia siano strettamente collegati all’aumento di malattie coronariche e ictus, che entro il 2030 potrebbero colpire 1604 persone ogni 100 000 individui a livello europeo.

Qual è il vero problema? Non si tratta solamente dell’elevato prezzo del cibo salutare. I prodotti slow, biologici o organici hanno un prezzo più alto, perché caratterizzati da un valore più alto. In primo luogo, i metodi di produzione dei prodotti salutari, comportano costi più elevati. Secondariamente, le dimensioni dei produttori dei cibi slow e il volume delle loro produzioni, non permettono la diminuzione dei costi fissi, come invece accade nelle grandi industrie che beneficiano degli effetti delle economie di scala.
Si tratta di un beneficio legato solo al profitto finale: la diminuzione del costo per unità di prodotto, all’aumentare del volume totale della produzione, comporta vantaggi al portafoglio ma non alle proprietà organolettiche e ai valori tradizionali degli alimenti. I tempi dei contratti delle industrie sono molto più veloci del ciclo di vita di un prodotto alimentare e questo comporta l’utilizzo di metodi dannosi come gli ormoni e gli antibiotici nell’allevamento degli animali o i pesticidi e gli OGM per quanto riguarda l’agricoltura.

In secondo luogo, è ormai risaputo che le persone non fanno movimento e subiscono gli effetti dannosi della vita sedentaria. Questo naturalmente amplifica i pericoli di obesità e malattie. In altre parole, mentre una parte di consumatori accusa il cibo salutare di classismo, d’altra parte ci sono variabili che riguardano l’intero funzionamento della filiera commerciale degli alimenti, che necessita un ridimensionamento da parte delle Istituzioni e un’informazione più limpida nei confronti dei consumatori meno abbienti. Il cuore del problema non consiste nella forbice dei prezzi degli alimenti junk o slow food, bensì nel fatto che esista questa differenziazione e che le ragioni di essa non siano conosciute. Siamo di fronte all’urgenza di rivedere i ritmi e le priorità del nostro sistema terra-uomo.

 

Mirella Prandelli

 

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