Un nuovo stile di vita

La primavera ci regala non solo alberi in fiore ma anche campi dimenticati ricchi di piante spontanee commestibili e dalle proprietà medicamentose. Perché allora non approfittare di queste belle giornate per trascorrere del tempo all’aria aperta, fare delle passeggiate e dedicarci alla raccolta delle erbe spontanee? È davvero un’attività da riscoprire che ci permetterà di portare a casa un cibo diverso, fresco, fragrante e ricco di sostanze benefiche per poi gustarlo in ricette nuove e sfiziose.

Le piante spontanee: dal prato al piatto

Alcune avvertenze

Per effettuare la raccolta, è necessario però osservare una serie di regole:
• raccogliere solo le piante riconosciute con sicurezza mentre meglio star lontani dalle specie simili, che potrebbero non essere commestibili.
• evitare di raccogliere le piante in zone adiacenti a luoghi inquinati come fabbriche, autostrade, discariche o comunque strade molto trafficate.
• nella raccolta, non strappare tutta la pianta ma utilizzare delle forbici per tagliare steli, fiori e foglie prelevando così solo la parte da raccogliere.
• per effettuare la raccolta, prediligere giornate soleggiate, meglio al mattino, quando la pianta è fresca.
• scegliere solo le piante dai colori vivaci e dalle infiorescenze floride, robuste, sane e soprattutto prive di parassiti. Scartare dunque le piante dalle foglie ingiallite e forate.
• portare sempre dei guanti e dei contenitori adatti a trasportare il raccolto: vanno bene i sacchetti di carta (tipo quelli marroncini per alimenti) o delle borse di tela mentre è meglio evitare le buste di plastica dove le piante potrebbero afflosciarsi.

Detto questo, non ci resta che scegliere il luogo giusto, attrezzarci con tanto di forbici, cappellino per il sole e contenitore per la raccolta e….partire!

Quali piante ci offre la rimavera?

Borragine (Borago officinalis)

Si trova facilmente nei terreni coltivati, ricchi di sostanze nutrienti e ricchi di acqua. È di colore verde chiaro, le foglie sono ricoperte da una leggere peluria mentre i fiori sono di un bel colore blu acceso. Ha proprietà diuretiche, emollienti e depurative. L’infuso è ottimo per curare tutte le malattie da raffreddamento. In cucina, dopo una leggera bollitura per eliminare la peluria è ottima in ripieni, frittate e minestroni.

Lamio (Lamio purpureum)

È comune negli orti, nei campi e nei vigneti specie nella parte settentrionale del nostro Paese. Somiglia molto all’ortica ma le sue foglie sono inoffensive, i fiori sono di un bel colore rosa. È astringente, espettorante e depurativo. In cucina, le foglie del Lamio sono ottime crude in gustose misticanze oppure lessate insieme ad altre verdure. Buone anche per preparare gnocchi, flan e zuppe.

Convolvolo (Convolvulus arvensis)

È una pianta erbacea perenne, infestante e comune soprattutto nei sentieri fino a 1.500 m, nei prati e nei terreni incolti. È particolare perché, strisciando si attorciglia intorno al proprio fusto. Si riconosce per le tipiche infiorescenze bianche – rosate che ricordano una campanella. Vanta proprietà diuretiche e lassative grazie alla presenza di un principio attivo noto come gialappa. In cucina, i suoi germogli dal sapore leggermente amarognolo sono particolarmente apprezzati in frittate e uova strapazzate oppure appena lessato è ottimo condito con sale, olio e limone e gustato alla stregua degli asparagi selvatici.

Silene o Strigoli (Silene Vulgaris)

Si trova facilmente nei prati, soprattutto ai bordi delle strade e a ridosso dei muri. È un infestante riconoscibile dai suoi fiori bianchi-rosati e dai suoi frutti a capsule sferiche ricche di semi. È particolarmente diuretica. Vista la sua consistenza tenera e il sapore delicato, in cucina è apprezzata in insalata, insieme ad altre erbe oppure appena lessata o stufata in polpette, frittate o uova strapazzate piuttosto che minestre e ripieni di pasta fresca.

Portulaca o Porcellana (Portulaca oleracea)

È l’infestante degli orti domestici e si propaga ovunque anche se continuamente calpestata. L’aspetto “succoso” delle sue foglie potrebbe farla scambiare per una pianta grassa, i suoi fiori sono di colore giallo. Ha proprietà diuretiche, rinfrescanti e antiscorbutiche. È il vegetale in assoluto più ricco di Omega 3, utili contro l’eccesso di colesterolo ma è anche ricca di vitamina A, C e magnesio. È ottima stufata in padella, per preparare ripieni di torte salate oppure lessata e poi aggiunta all’impasto degli gnocchi. Gustosa anche in insalate di pomodori rossi condite con origano fresco.

Melissa (Melissa officinalis)

È comune in terreni freschi, ombreggiati adiacenti a siepi. Presenta foglie di colore verde chiaro e per il gradevole profumo limonato, è nota anche come erba limoncina o citronella. Ha fiori di colore bianco con sfumature rosa dalla forma simile a un calice campanulato. Vanta proprietà antispasmodiche e antinfiammatorie, è sedativa degli stati d’ansia con somatizzazioni che coinvolgono l’apparato gastrointestinale tanto che è impiegata sotto forma di estratto secco o tisana anche insieme ad altre erbe, per contrastare coliti, dispepsie, nausea e flatulenza. In cucina, è ottima per aromatizzare gelati e macedonie oppure in insalate con carote a julienne e finocchi. Buona anche con altre verdure, con i funghi e poi, grazie al suo gusto limonato è ottima per esaltare pesce e carni bianche.

Concludo con un consiglio per sfruttare al meglio le proprietà benefiche di queste piante: se decidete di consumarle previa lessatura, non gettate via l’acqua di cottura che risulterà particolarmente ricca di clorofilla e sali minerali ma piuttosto recuperatela per preparare saporite zuppe e minestre.

Centrifugato di Borragine

Ingredienti per 1 persona: 4 mazzetti di Borragine, 1 limone, acqua
Procedimento: lavate la Borragine e private il limone della buccia. Centrifugate il tutto e diluite il succo ottenuto con poca acqua, in base al gusto personale.

Infuso digestivo e sedativo di Melissa

In 100 ml di acqua bollente, mettete in infusione circa 0,5 g di foglie di Melissa. Coprite e filtrate dopo 5 minuti. Consumatela dopo i pasti o prima di coricarvi.

 

Stefania Luccarini

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